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La lettera dello studente afghano all’università: “Temo di arrivare in ritardo, mi scusi”

Mentre noi siamo presi dagli eventi, dall’estate che finisce, dalla pandemia che ancora incombe, in Afghanistan si combatte una guerra che è un’affronto al mondo civile. A ricordarcelo, se ancora ce ne fosse bisogno, è la lettera di uno dei 17 studenti afghani dell’Ateneo di Padova, che si trovano in questo momento bloccati in patria. Dopo che i Talebani hanno preso il potere.

In una mail di una decina di righe indirizzata al Rettore dell’Università di Padova, lo studente — la cui identità viene tenuta segreta per non metterne a rischio l’incolumità — ci tiene ad avvisare il Rettore sul fatto ch,e «a causa dell’attuale orribile condizione probabilmente non riuscirà a presentarsi in orario per l’inizio delle lezioni».
Uno scrupolo che, considerati il momento storico e le condizioni in cui il giovane si trova, è stato accolto con commozione all’interno degli uffici di palazzo del Bo.

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L’appello dello studente

«Caro signore (scrive rivolgndosi al Rettore), spero che lei stia bene. E’ questo l’incipit della lettera. Sono stato ammesso all’anno accademico 2021-2022 e beneficio di una borsa di studio del governo italiano. Il programma di studi, come mi è stato detto, partirà ad ottobre 2021. Però l’ambasciata italiana, a causa dell’attuale situazione che si è venuta a creare in Afghanistan, è chiusa e il personale ha già lasciato il Paese. Mi è impossibile presentare la domanda di visto nei tempi richiesti. E temo che le difficoltà in corso comporteranno un notevole ritardo sull’arrivo a Padova. Ho paura che questa orribile condizione non mi faccia arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni. 
Dunque, vorrei chiederle gentilmente di tenere in considerazione il mio caso».

Ecco cosa ha risposto il Rettore dell’Università

Il rettore, che in questi giorni sta cercando di mettersi in contatto con tutti i 17 studenti afghani (4 risulterebbero ancora dispersi), ha subito risposto al ragazzo. «Siamo perfettamente consapevoli e molto preoccupati di quanto accade in Afghanistan — gli ha scritto —. Ti assicuro che non vediamo l’ora di averti come studente. So che potresti sforare i termini formali per l’immatricolazione a Padova. Ma faremo di tutto per aiutarti ad ottenere il visto e a raggiungere in sicurezza il nostro Paese. Chiederemo al nostro governo di inserirti nell’elenco dei cittadini afgani che potranno imbarcarsi sui voli per Roma. E ottenere il visto attraverso una procedura semplificata. E spero di avere presto l’occasione di incontrarti personalmente a Padova».

(fonte: corriere.it)

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