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La storia di Chiara: “La mia vita ruotava intorno a un pc”, dalla Bocconi alla campagna

Dal dottorato di ricerca all’Università ‘Bocconi’ all’agricoltura: è la storia di Chiara Allegri, milanese classe ’92. Dopo anni trascorsi sui libri, e nel caos delle grandi metropoli, la 31enne ha scelto di costruirsi una nuova vita lontano dalla città.

Una vera e propria scelta di vita, dettata soprattutto dalla volontà di rimettersi in gioco in un contesto immerso nella natura. Chiara porta al pascolo il gregge, munge le capre e si diletta con il formaggio: insomma, è diventata a tutti gli effetti una pastora. E’ lei stessa a raccontare a ‘Il Corriere della Sera’ il percorso che l’ha portata in campagna lontano dall’ambiente accademico.

Dall’OCSE di Parigi alla vita da campestre

Chiara è figlia della generazione Erasmus. Una caratteristica che l’ha portata a viaggiare molto: ”Mi sono laureata in economia e ho trovato un posto all’Ocse di Parigi, ma ho vissuto anche a Londra e Amsterdam. Poi sono tornata a Milano dove mi aspettavano i dottorati di ricerca dell’Università Statale e della Bocconi. Era un’esistenza, la mia, che ruotava attorno a un computer, nella quale facevo fatica a rendermi conto se fuori era giorno o c’era il buio”La crisi esistenziale arriva in concomitanza al primo lockdown” Mi sono ritrovata chiusa dentro una stanza, con la compagnia solo del mio Pc e con la voglia che cresceva di darci un taglio, provare altro”.

La svolta – come per molti – è arrivata con lo smart working” Ne ho approfittato subito e per nove mesi mi sono trasferita in un’isola greca, da dove continuavo a fare quel che facevo prima ma a contatto col mare e con la natura. Allora ho cominciato a domandarmi se non fosse il caso di sperimentare un’altra vita, più legata ai cicli delle stagioni”Al rientro a Milano, Chiara scopre “Pasturz” un’iniziativa volta ad avvicinare i giovani ai mestieri di campagna”Eravamo nel pieno della scorsa estate, vicino a Ferragosto, mi sono subito offerta volontaria, volevo capire se quella poteva essere la mia strada. Per un paio di settimane mi sono alzata la mattina all’alba per andare a letto quando faceva buio. La mia giornata cominciava con la prima mungitura delle capre. Poi le portavo al pascolo e le mungevo di nuovo. Ho imparato a fare il formaggio col latte che avevo appena raccolto”. Un’esperienza estiva che ha aiutato Chiara a fare i conti con se stessa. Un nuovo capitolo della sua vita? Forse. Al momento Chiara non si pone limiti: ”Mi sono presa un anno sabbatico, ora sono in partenza per un rifugio di montagna in Valtellina, dove guarderò le vacche. Può darsi che sia questa la mia vera vita, quella che voglio”.

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