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L’app Zoom nel mirino delle autorità per la condivisione dei dati.

Zoom, l’app per le videoconferenze diventata un punto fermo per mantenere contatti personali ai tempi del coronavirus, negli Stati Uniti è stata citata in giudizio per divulgazione illegale di informazioni di utenti privati. Lo riferiscono i media Usa, che parlano di una causa intentata in California in cui si afferma che Zoom ha divulgato dati privati a terzi come Facebook senza avvisare gli utenti.

L’accordo dell’app con gli utenti, si legge, non soddisfa le norme standard della California sulla privacy: “Il modo in cui è progettato il programma e le misure di sicurezza del tutto inadeguate hanno comportato e continueranno a comportare la divulgazione non autorizzata delle informazioni personali”.

A New York, invece, l’app è sotto esame da parte dell’ufficio del procuratore generale Letitia James, sempre per le sue pratiche su privacy e sicurezza dei dati. Zoom è ritenuta una “piattaforma di comunicazione essenziale e preziosa”, ha spiegato l’ufficio in una lettera diffusa dal New York Times, ma la società è stata lenta nell’affrontare difetti sulla sicurezza e altre vulnerabilità, “che possono consentire a terze parti malintenzionate di ottenere, tra le altre cose, accesso alle webcam dei consumatori”.

Nei giorni precedenti all’intervento delle autorità, Zoom aveva rimosso il codice che inviava a Facebook i dati degli utenti di iPhone e iPad. La condivisione, aveva spiegato il ceo Eric S.Yuan, avveniva perché Zoom, al pari di molte altre applicazioni, ha sfruttato il kit di sviluppo software (Sdk) messo a disposizione da Facebook per consentire agli utenti di fare il login usando il loro account sul social network. “Il 25 marzo abbiamo saputo che l’Sdk stava raccogliendo informazioni a noi non necessarie per fornire il servizio”, aveva scritto Yuan in un post, spiegando che ad essere raccolti erano non dati personali, ma informazioni sul dispositivo usato dagli utenti, come sistema operativo, dimensioni dello schermo e operatore mobile. “La privacy per noi è molto importante, per questo abbiamo rimosso l’Sdk e abbiamo riconfigurato la app per consentire il login con Facebook attraverso il browser”, aveva precisato.

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