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Lettera di un infermiere dalla terapia intensiva: “Avvilente non sapere quando finirà”

Le parole nella lettera di un infermiere, che la pensa come tanti, arrivano dritte al mondo dei social. In poche ore il lungo sfogo diventa virale. Il titolo, se così si può dire, è “È avvilente”.

Flavio de Cicco, giovane operatore della sanità di Napoli, ha deciso di sfogarsi, come si farebbe con un amico. Non riesce più a comprendere determinati atti di menefreghismo volontario, che dilagano tra la gente.

Così la semplice lettera di un infermiere è riuscita ad arrivare ad un vasto pubblico, che ha capito come determinati comportamenti rovinano le buone azioni fatte da questi lavoratori, che da quasi un anno fanno da soldati contro un nemico invisibile e difficile da colpire. E dopo un po’, come in tutte le guerre, viene lo sconforto come nella foto che ritrae la lettera dell’infermiere.

Ogni volta ch qualcuno fa assembramenti, fa male a questo operatore. Ogni volta che qualcuno dice “ma che sarà mai una banale influenza”, fa male aquesto operatore.

La lettera di un infermiere

Inizia così l’ira di Fabio: “È avvilente non avere la più pallida idea di quando questa storia potrà finire. È avvilente non ricordare quasi ormai quando è iniziata. È avvilente il numero dei casi in continuo aumento. È avvilente l’aggressività di queste varianti. È avvilente l’abbassamento dell’età media interessata”.

Poi continua: “È avvilente dover dire ad un ragazzo di 26 anni che tutto va bene, ma che dovrà essere intubato. È avvilente dover dire ad un padre di 2 bimbi di soli 40 anni che sicuramente rivedrà i suoi piccoli con un nodo alla gola, prima di addormentarsi. È avvilente continuare a vedere persone che ci lasciano. È avvilente il continuo menefreghismo di tanti. È avvilente la stanchezza psicologica con la quale sto, personalmente, come tanti colleghi vivendo questo momento“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”