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Lockdown. “Tutto aperto? 151mila in terapia intensiva”. Il Documento riservato del Governo

Relazione riservata del Comitato tecnico scientifico al governo su Fase 2: scuole, messe e le previsioni. “Tutto aperto? In terapia intensiva fino a 151mila persone”

Se in Italia si riaprisse tutto, fino a 151mila persone finirebbero in terapia intensiva. È quanto emerge dalla lettura della relazione riservata del Comitato tecnico scientifico, quella che ha spinto il governo a dividere la Fase 2 in due parti per una ripartenza più limitata. Una riapertura troppo rapida comporterebbe un aumento esponenziale di malati gravi. Se si tiene conto invece di tutti i ricoveri che ci sarebbero, si salirebbe entro fine anno a 430mila.

Riaprire tutto oggi sarebbe impensabile, con il Covid-19 pronto a riprendere la sua corsa e a far saltare, letteralmente, il Sistema sanitario nazionale. E’ quanto emerge, con forza, dai numeri riportati nel report messo nero su bianco dal Comitato tecnico scientifico per valutare i contraccolpi dell’uscita dal lockdown, che, proprio come suggeriscono i componenti, sarà invece graduale, step by step.

E non potrebbe essere diversamente considerando i numeri snocciolati nel documento nella relazione riservata dal comitato tecnico-scientifico e indirizzato al governo (scarica). Nelle simulazioni, riaprendo tutto al 100% -Manifattura, edile, commercio, ristorazione/alloggi, tempo libero, trasporti- le terapie intensive arriverebbero ad aver bisogno di 151.231 posti letto entro giugno, 430.866 a fine anno. Numeri impensabili, con un Ssn che oggi -dopo aver fatto i conti col Coronavirus- può contare su 9mila posti nelle terapie intensive. A far schizzare i bisogni di posti letto, l’R0, vale a dire il parametro che indica il tasso di diffusione dei contagi, che con il liberi tutti schizzerebbe -stando alle simulazioni del Comitato- a 2,25, vale a dire che ogni persona con Covid-19 ne contagerebbe più di due.

Decisiva, nel far schizzare i contagi, anche un’eventuale apertura delle scuole, che vede non a caso il Comitato tecnico scientifico fermamente contrario. Gli oltre 151mila contagi entro giugno, infatti, si avrebbero ipotizzando le scuole aperte oltre a bar, ristoranti, negozi, fabbriche e tutto il pensabile. Già riaprendo tutto, ma tenendo le scuole chiuse, a giugno i numeri dei posti letto necessari nelle terapie intensive scenderebbero a 109.970, quasi un terzo in meno rispetto allo scenario degli studenti sui banchi, per arrivare a fine anno a 397.472: comunque numeri impensabili per il nostro Sistema sanitario nazionale.

RELAZIONE RISERVATA DEL CTS A GOVERNO SU FASE 2

E’ stata pubblicata la relazione riservata del comitato tecnico scientifico, consegnata al Governo per fissare obiettivi e dettagli della fase 2. Un documento pubblicato dal Corriere della Sera che ha svelato nei fatti quali sono state le indicazioni che hanno portato a una riapertura molto meno massiccia di quella che ci si poteva attendere e che ha generato diversi malumori dopo l’ultima conferenza stampa del Presidente del ConsiglioGiuseppe Conte. Innanzitutto, il comitato ha stabilito come il livello di contagio del covid-19 in Italia sia arrivato sotto il valore R1, cioè meno di una persona ulteriormente contagiata per ogni infetto. In base al raggiungimento di questo valore, il comitato ha scritto nella relazione: “Gli scenari compatibili con il mantenere R0 sotto la soglia di 1 sono quelli che considerano la riapertura dei settori Ateco legati a ediliziamanifattura e commercio correlato alle precedenti attività e assumendo un’efficacia della protezione delle prime vie respiratorie nel ridurre la trasmissione di Covid-19 del 25%” . Il che ha portato ad acconsentire riguardo la riapertura delle fabbriche, ma non delle Chiese provocando uno scontro istituzionale tra Governo e Vaticano, a tutti gli effetti.

FASE 2, PARERE SULLE MESSE RIVEDIBILE DAL 25 MAGGIO

Si legge nella relazione come il parere sulla possibile riapertura delle Messe potrà essere valutato dal prossimo 25 maggio: “Il Comitato, nell’esprimere grande apprezzamento per il documento della Cei e pur essendo largamente riconosciuta e ampiamente sentita l’esigenza di culto, ritiene che la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose comporta allo stato attuale alcune criticità ineliminabili che includono lo spostamento di un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l’eucarestia. A partire dal 25 maggio questo parere potrà essere rivisto nella direzione di una previsione verso la partecipazione dei fedeli alle funzioni rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale sulla base degli andamenti epidemiologici“. Un parere chiaro che fa comprendere come mai si sia arrivati allo scontro, anche se la situazione può essere sicuramente rivedibile se sarà sviluppato un nuovo protocollo di sicurezza come auspicato dalla Cei. Per quanto riguarda le scuole, stesse problematiche non la raccomandazione di considerare solamente per settembre una possibile riapertura delle aule. Insomma, la relazione riservata del comitato tecnico-scientifico ha portato il Governo a prendere decisioni impopolari per una fase 2 che si prospetta ancor più ricca di polemiche della prima.

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