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Palermo, i profughi nigeriani in fuga da Kiev trovano accoglienza dopo il rifiuto

Dopo un netto e scandaloso rifiuto razzista, i due profughi di origine nigeriana, due studenti fuggiti dalla guerra in Ucraina, hanno trovato finalmente un alloggio a Palermo, e potranno proseguire i loro studi universitari.

Michael e Meshack trovano “casa”

Come riportato dall’agenzia di stampa Nev, Michael e Meshack, 27 e 21 anni, hanno trovato ospitalità nel centro La Noce a Palermo, una struttura gestita dalla Diaconia valdese che accoglie migranti e in generale soggetti vulnerabili. “Quando sono arrivati avevano bisogno di riposo – spiega la direttrice del centro – erano stanchi e disorientati. Ora stanno cominciando a familiarizzare con gli operatori dell’housing sociale e a conoscere il quartiere. Hanno già cominciato a studiare l’italiano e sono in contatto con un team legale che potrà aiutarli dal punto di vista documentale”.

Il rifiuto

I due ragazzi, riusciti a lasciare l’Ucraina, sono arrivati prima a Trapani insieme ad un terzo amico. Tramite passaparola, vengono a sapere della possibilità di essere ospitati a Palermo. Ma giunti nel capoluogo, la brutta sorpresa. Una famiglia, che si era resa disponibile ad accogliere profughi in fuga dall’Ucraina, decide di negare loro ospitalità. Il motivo? Perché neri.


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“Ora sono in uno spazio sicuro”

“Sono molto determinati a continuare il loro percorso – aggiunge la direttrice de La Noce – anche se fortemente traumatizzati. Per questo abbiamo avviato un’attività di sostegno psicologico. L’obiettivo è quello di dare loro la possibilità di continuare i loro percorsi di studio. Ma prima di tutto, occorre lavorare sul percorso di socializzazione e soprattutto far loro capire che hanno uno spazio sicuro, protetto, di ascolto, dove vivere. E’ necessario in primis costruire una relazione di fiducia con loro”.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.