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Paura di sognare, intervista a una giovane aspirante modella

Abbiamo fatto una chiacchierata con una giovane aspirante modella. In città risuona ancora forte l’eco dell’agghiacciante scoperta che ha ricoperto le maggiori testate giornalistiche locali dei giorni scorsi, e non solo: “Scoperto, a Palermo, giro di prostituzione minorile con modelle di agenzie”.

Due gli imprenditori del settore della moda finiti in carcere, accusati di violenza sessuale e di induzione alla prostituzione minorile.

Non è una colpa voler sognare

Oltre alla gravità delle condotte da un punto di vista prettamente penale, fa riflettere lo squallore che ricopre l’intera vicenda: delle giovani ragazze con un sogno nel cassetto, come quello di poter lavorare con la propria bellezza, farne una risorsa, ingannate ed usate per smania di potere e denaro.

Non hanno commesso nessun errore, non è una colpa voler sognare una vita fatta di casting, sfilate o shooting fotografici.

Si sono soltanto fidate di uomini (oltretutto, a dir di molti, con molte referenze sul campo) che avrebbero potuto consegnar loro sogni, opportunità e perché no, magari un vero e proprio pass per il loro futuro lavorativo, finendo invece solo per spezzare irreversibilmente il loro presente.

Attirarle nella loro rete di sporco affarismo con promesse e regalie per poterne poi, in un secondo momento, abusare sessualmente e cederle come merce di scambio ad amici e ai clienti durante gli eventi glamour.

Era questo il loro misero e indignitoso modus operandi.

Un rito di iniziazione verso l’abisso dello sfruttamento, smascherato da una delle giovani donne.

Sì, chiamiamole donne, anche se alcune di loro sono per l’appunto minorenni, diamogli almeno noi la dignità di Donna che altri hanno provato a strappargli e che meschinamente altri ancora tentano di fare puntandogli il dito contro, quasi come se, soprattutto nel mondo dello spettacolo, la figura della donna non meriti piena giustizia.

Intervista a una giovane aspirante modella

Abbiamo fatto alcune domande e chiesto l’opinione proprio di una giovane donna, G.U., aspirante modella, bellissima studentessa al terzo anno di liceo, con un sogno simile a quello delle sue coetanee, tristi protagoniste della vicenda.

“Cosa ti piacerebbe fare da grande?”

“Sicuramente continuare i miei studi, fare l’università, ma vorrei anche muovere i passi nel campo della moda”

“Come ti è nata questa passione?”

Fin da piccola, mi è sempre piaciuto giocare a far la modella: mettere i tacchi di mia madre camminando per il corridoio, indossare alcuni suoi vestiti. Mi divertiva. Adesso non credo che avrei il coraggio di sfilare in passerella, ma resto un’appassionata dei vari blog di moda e mi piacciono tantissimo le foto”

“Fotomodella quindi?”

“Sì, sponsorizzare ad esempio qualche brand, ecco, questo”

“I tuoi genitori cosa ne pensano?”

“Per loro, devo innanzitutto ultimare gli studi. Non riescono a vederlo come un lavoro vero e proprio ma più come una specie di hobby”

“Hai mai provato ad iscriverti in qualche agenzia professionale?”

“Sinceramente no, o comunque non ancora, anche se conosco alcune ragazze che l’hanno già fatto. È una cosa molto comune ormai. Per adesso diciamo che utilizzo per lo più i miei profili social”

“Conosci qualche ragazza che ha avuto contatti con le agenzie coinvolte?”

“No, fortunatamente no”

“Cosa pensi di tutto questo? Qual è il tuo giudizio?”

“Mi fa schifo. Pensare poi a questi uomini che potrebbero avere l’età di mio padre o di mio nonno, con le loro belle famiglie a casa, e poi approfittarsene così… mi fa veramente schifo”

“Questa storia credi abbia influito sulle tue scelte future?”

“Sinceramente? Sì. Come ho detto prima, non mi sono mai iscritta in un’agenzia ma non lo avevo neanche mai escluso. Adesso non lo so. La paura che possa capitare anche a me ovviamente c’è. Preferisco avere io un maggiore controllo, gestendo appunto il mio account social, anche se questo non dovesse portarmi lontano”.

La stessa paura di coloro che hanno visto i propri sogni calpestati, scontrandosi con una cruda realtà che mai avrebbero dovuto conoscere.

Ma avranno la loro rivincita, riusciranno ad essere ciò che vogliono, ad amarsi e a sentirsi LIBERE DONNE SOGNATRICI.


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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.