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Rivoluzione Brunetta: “I giovani entreranno nel mondo del lavoro in un nuovo modo. Basta concorsi!” (VIDEO)

Il neo ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ritorna a parlare di assunzioni, soprattutto di giovani. I giovani, secondo lui, devono essere protagonisti nella Pubblica Amministrazione e l’unico modo per farli entrare è eliminare i concorsi. Il nuovo ministro del Governo Draghi vorrebbe tracciare un nuovo sentiero.

L’opinione di Brunetta è stata riportata durante un’intervista con il Tg5. Così dichiara: “Non più i vecchi concorsi, ma selezioni da realizzare in uno, due, tre mesi prendendo i migliori, quelli che hanno più esperienza”. Per Brunetta i numeri sembrerebbero chiari. “Due-tre-cinquemila all’anno, per essere immessi in questi progetti che devono cambiare l’Italia per far vivere meglio le famiglie e per far funzionare meglio le imprese”.

Brunetta: “Basta concorsi pubblici!”

“Questa è la grande occasione per un’Italia più giusta, più efficiente e che competa in Europa e nel mondo. Ce la possiamo fare, è un nostro compito, un nostro dovere. Il nostro è un Paese meraviglioso, pieno di intelligenze nel pubblico, come nel privato: perché allora non valorizzare il pubblico per dare i migliori servizi al privato, famiglie e imprese?”, ha aggiunto oggi Brunetta.

Per realizzare questi obiettivi, Brunetta intende chiaramente approfittare del Recovery Fund: “Non dico che è l’ultima occasione perché sono un inguaribile ottimista ma è la grande occasione: abbiamo 200 miliardi da spendere. Se li buttiamo via, come buttiamo via i fondi europei, saremo colpevoli, masochisti, e gli italiani non ce lo perdonerebbero”, ha aggiunto.

Per poi concludere: “Dobbiamo cambiare l’Italia. Ce la possiamo fare, è un nostro compito, un nostro dovere. Cambiare per far vivere meglio le famiglie, per dare una scuola migliore ai nostri figli, per dare una sanità migliore ai nostri genitori, per far funzionare le nostre imprese e crescere di più come Paese“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”