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Se devo stare chiuso a casa, voglio un animale!

La Pandemia e le nostre abitudini

La pandemia e il conseguente lockdown hanno in qualche modo influenzato le nostre abitudini quotidiane; siamo stati costretti a ripensare per esempio ai nostri weekend, sempre più spesso passati tra le mura domestiche e in solitudine, a reinventarci il tempo e le attività da fare per scandirlo e riempirlo. A rivedere il concetto di lavoro da casa e provare la sensazione di sentirsi dentro Masterchef, nelle nostre cucine, provando e riprovando ricette, dall’antipasto al dolce.

Ma c’è una cosa a cui non abbiamo prestato attenzione e che invece ha inciso ugualmente… e lo dicono le statistiche! Negli ultimi mesi, infatti, si è assistito ad un aumento della richiesta di animali domestici, cani, gatti o altri animali.

Aumento richiesta di animali domestici. Sarà collegato al Covid?

Beh, pare proprio di si!

Secondo il rapporto Coop 2020, che ha analizzato le nuove abitudini diffuse durante la pandemia in Italia, 3,5 milioni di italiani avrebbero preso con sé un animale da compagnia durante o dopo il primo lockdown, e altri 4,3 milioni starebbero pensando di farlo a breve.

Secondo ANMVI «un po’ di effetto pandemia c’è stato, ma non è così clamoroso come sperano gli osservatori del mercato».

Rischi da considerare

Sicuramente il trascorrere molto più tempo a casa, in tranquillità, ha permesso a molti di ripensare al concetto del possedere un animale e prendersene cura, grazie anche al fatto di poterlo fare con più tranquillità per via dei lunghi periodi che si trascorrono in casa.

I dati raccolti in questi mesi però mettono anche in evidenza i rischi connessi all’aumento decisivo delle richieste di animali domestici: per esempio, il fattore economico “pet economy”, dove emerge che sempre più famiglie hanno difficoltà nel far fronte alle spese per il loro mantenimento e in molti casi si arriva all’abbandono; un altro problema da considerare è quello che riguarda la grande richiesta, che potrebbe in qualche modo favorire il traffico illegale di cuccioli, per favorirne un numero sempre crescente sul mercato in poco tempo.

Animale sì, ma a distanza!

In ogni caso, l’idea di prendersi cura di un animale è un gesto di per sé nobile e non va in alcun modo intimorito. È bene però evidenziarne i rischi per vagliare la decisione con più responsabilità nel bene dell’animale. A chi invece non è bastato il lockdown per desiderare di avere in casa un animale, può comunque decidere di prendersene cura anche a distanza.

Utile, in tal senso è l’iniziativa di LAV “Mi salvi chi può”: con un contributo economico consente ai volontari di prendersi cura in tutto e per tutto dell’animale, dalle spese riguardanti il cibo, alle cure mediche o ai giochini per farli divertire.

Perché anche loro, come noi, sono “animali sociali” e non meritano di stare da soli!


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