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“Se obbligatorio, mi dimetto e rinuncio ai soldi”, l’Università caccia il prof no Pass

Era contrario al Green Pass e le sue parole avevano qualche mese fa destabilizzato la comunità accademica. Ma solo da qualche giorno, ufficialmente, il dottore Camperio Ciani non è più un docente dell’Università di Padova. Almeno così è al momento.

Era il 27 ottobre, quando è pervenuta la raccomandata a casa Ciani in cui è stato comunicato il decreto del 19 ottobre con il quale il docente è stato sospeso senza emolumenti, con la preclusione allo svolgimento delle lezioni non solo in presenza ma anche online.

Per sapere di più su questa sospensione, il sito specializzato Expartibus ha deciso di contattarlo per capire meglio cosa fosse successo e se si fosse pentito o meno delle sue dichiarazioni. “Credo di essere in assoluto il primo docente universitario ad essere stato sospeso. Per il mio rifiuto di esibire il Green Pass in ottemperanza ad un decreto legge che ritengo assolutamente incostituzionale sono stato letteralmente cacciato dall’ateneo. Mi sono stati tolti tutti i corsi. Ma la cosa assurda è che mi viene impedito anche di svolgere lezione da remoto”.


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“Se obbligatorio, mi dimetto e rinuncio ai soldi”, l’Università caccia il primo prof no Pass

Ad agosto Ciani aveva dichiarato che avrebbe anche rinunciato al suo stipendio per non stare alle regole verdi. Oggi, invece, dichiara con tono provocatorio: “Di conseguenza, dovremmo evitare che le televisioni trasmettano i film di Totò, o che possano essere riprodotte le lezioni di Stephen Hawking. Nessuno dei due, infatti, è in possesso del lasciapassare richiesto“.

“Sicuramente è un provvedimento che impugnerò in tutte le sedi competenti, proprio in ragione del fatto che ritengo illegittimo tutto quanto sta accadendo. Anche nella speranza che se, come credo, i miei ricorsi siano accolti, possa prefigurarsi una strada per tutti coloro che sono nelle mie stesse condizioni”. Ce la farà il professore che aveva promesso di rinunciare al suo stipendio?


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”