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Sembrava morto, 27enne si sveglia impaurito durante l’autopsia

Per il personale ospedaliero sembrava morto, ma si sveglia in obitorio, prima che sul suo corpo venisse fatta l’autopsia. Una storia da fantascienza che viene dall’India.

Sono aperte le indagini contro le autorità sanitarie, colpevoli della grossa svista: scambiare un vivo per un morto. Come dice un famoso professore contro la sua povera alunna durante l’esame online.

Come raccontano i giornali locali, protagonista suo malgrado dell’errore il 27enne Shannmukh Gombi. Ora trasferito, per volontà dei familiari, in una clinica privata. Dove però rimane in gravi condizioni e attaccato a un respiratore artificiale. Quindi non si è completamente ristabilito il giovane.

L’uomo si trovava nell’ospedale indiano perchè vittima di un gravissimo incidente stradale. L’evento, che sembrava catastrofico, è avvenuto lo scorso sabato.

Proprio con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute i medici non gli hanno dato nessuna speranza di vita. In accordo coni i familiari hanno staccato il 27enne dai macchinari e dal respiratore artificiale. Hanno dichiarato, infine, il giovane indiano morto domenica sera.

Sembrava morto ma è vivo

Mentre la famiglia si preparava ai funerali, amici e parenti lo ricordavano e lo compiangevano sui social, con frasi dolci.

In quel momento il 27enne si trovava su un’ambulanza all’ospedale governativo di Mahalingapur per una autopsia obbligatoria per le procedure richieste da una assicurazione sulla vita.

In obitorio arriva l’agghiacciante scoperta. Uno dei medici che si stava preparando all’esame post mortem ha notato segni vitali come tremori e sudorazione e ha lanciato l’allarme: l’uomo è stato così ricontrollato e si è scoperto che era ancora vivo.

Ora il 27enne è in trattamento in un’altra clinica in gravi condizioni ma stabile. “Si è trattato di un errore gravissimo della clinica privata che per fortuna non ha avuto risvolti tragici”, ha affermato ai media un funzionario del Dipartimento di Salute pubblica indiana.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”