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Sicilia. CTS: “Un conta persone all’ingresso dei locali”

Gli esperti del CTS (Comitato tecnico-scientifico) in pressing sul Governatore Musumeci facendo pressing per modulare i divieti in chiave locale. Chiedono un’ordinanza più restrittiva, dopo quella di domenica che ha recepito il DPCM nazionale.

Il presidente Musumeci, ha rinviato ogni decisione a domani. Prima di decidere su eventuali rimodulazioni dei divieti della zona gialla in chiave siciliana, come chiedono i tecnici del cts, Musumeci vuole infatti attendere il nuovo dpcm nazionale previsto per il 3 dicembre.

Assente Musumeci, trattenuto da altri impegni, alla riunione con il cts regionale ha partecipato l’assessore alla Salute Ruggero Razza. A lui gli esperti hanno ribadito la linea del rigore: “Ci sono aspetti economici da considerare a fronte di una stringente necessità di impedire il liberi tutti che avrebbe conseguenze più devastanti della seconda ondata”, dice un membro del Cts.

Sul tavolo la proposta di intensificare controlli più rigidi per i locali che infrangono le regole del distanziamento dei tavoli e del contingentamento, attraverso per esempio l’introduzione di apparecchi “conta persone” agli ingressi, e l’inasprimento delle sanzioni per i trasgressori.

Quasi un ultimatum alla Regione: nel Cts regionale, che si aspettava di essere consultato prima del recepimento, c’è chi non esclude che i mal di pancia di questi giorni possano sfociare in qualche lettera di dimissioni. Uno scenario che dopo l’incontro di ieri sera sembra un po’ più lontano. Del resto lo stesso governatore, nell’incontro con i 17 manager di Asp e ospedali nel pomeriggio di ieri, ha espresso preoccupazione per l’allargamento precoce delle maglie dei divieti. « Ci ha detto di tenere duro — dice un direttore generale — e che sta pensando a correttivi del provvedimento nazionale: serve solo la spinta dei tecnici ».
Spinta che non si è fatta attendere. L’ala più rigorista del Comitato tecnico- scientifico ( quella costituita dal professore di Medicina legale Cristoforo Pomara, dalla microbiologa Stefania Stefani, dall’anestesiologo Antonello Giarratano e dal docente di Malattie infettive Bruno Cacopardo) lo ha detto forte e chiaro: « Per noi siamo arancione fisso. Non se ne parla di far entrare tutti».

O si cambia o rischiamo il tracollo a gennaio“. Questo hanno ribadito gli esperti. Che nei giorni scorsi, dopo la “promozione” della Sicilia da arancione a gialla, avevano già lanciato l’allarme. « Il giallo rappresenta un premio per la Sicilia ma anche un grosso rischio. Per questo chiediamo condizioni che creino blocchi — ha rilanciato Cacopardo — Penso a più controlli anti-assembramento davanti ai locali aperti, ma soprattutto a una gestione rigorosa dei rientri da altre regioni dove ancora i contagi sono alti. Non una patente sanitaria, ma tamponi in ingresso, eseguiti possibilmente nell’aeroporto o nella stazione di partenza, per evitare infezioni da viaggio».

Fra le proposte anche un modello di aperture alternate: per i tecnici potrebbe essere utile, per esempio, chiudere parchi e ville negli orari in cui sono aperti bar e ristoranti. Sul piano sanitario, si è discusso un modello di dimissioni più snello dai reparti dove spesso i pazienti soggiornano più del dovuto, verso strutture diverse come Covid hotel e Rsa. Tutte indicazioni che già oggi potrebbero tradursi in nuovi provvedimenti. L’ultima parola spetta alla Regione.

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