Tra leggende e riti ancestrali: Questo Borgo in Sicilia Sembra un paese maledetto | Chi lo scopre non lo dimentica più
In Sicilia esiste un borgo dal nome inquietante che sorprende con tradizioni antichissime, pupazzi di paglia e un Carnevale unico tra fuochi, riti e folklore contadino.

C’è un angolo nascosto della Sicilia dove il mistero incontra la tradizione, e dove un nome austero nasconde un’anima vibrante. Si chiama Purgatorio, una piccola frazione di Custonaci, nel Trapanese, che ogni anno si trasforma grazie a uno dei riti più affascinanti dell’isola. Tra pupazzi di paglia, fuochi rituali e folklore autentico, questo borgo incanta chiunque abbia il coraggio di lasciarsi alle spalle i percorsi turistici più battuti.
Un viaggio nella Sicilia meno conosciuta: dove la bellezza si nasconde tra le pieghe della tradizione
Lontano dai soliti itinerari e dalle località turistiche affollate, la Sicilia conserva borghi autentici e suggestivi, veri scrigni di cultura e memoria. Tra saline, montagne e campagne dorate, la provincia di Trapani custodisce paesi fuori dal tempo, dove ogni pietra racconta una storia.
Uno di questi è Custonaci, celebre per le sue cave di marmo e la sua posizione incantevole tra mare e collina. Ma è andando oltre il centro abitato che si scopre un mondo ancora più sorprendente, fatto di piccoli centri e tradizioni millenarie.
Il borgo di Purgatorio: tra nome inquietante e spirito festoso
Purgatorio, a dispetto del nome che potrebbe evocare atmosfere cupe, è un borgo allegro e accogliente, popolato da circa 300 abitanti. Si trova lungo la strada che conduce a San Vito Lo Capo, una delle mete estive più amate, eppure resta spesso invisibile agli occhi dei turisti frettolosi.
Chi si ferma, però, scopre una comunità viva, un microcosmo dove folklore, arte contadina e spirito di condivisione si fondono in un evento unico: il Carnevale dei “pupi ri pagghia”.
I “pupi ri pagghia”: una tradizione che unisce satira, artigianato e purificazione
Durante il Carnevale, Purgatorio si anima grazie alla creazione dei pupi ri pagghia: fantocci realizzati con paglia, stoffa e vestiti dismessi, che raffigurano in modo ironico i personaggi del paese. Ogni pupazzo è il risultato di un lavoro collettivo che dura settimane, tra risate, ago e filo, in un piccolo laboratorio improvvisato.
Il martedì grasso culmina con il falò di Peppe Nappa, figura simbolica del Carnevale siciliano. Tutti i pupi vengono bruciati in una cerimonia collettiva che celebra la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, trasformando il fuoco in elemento di rinascita e coesione sociale.
Un rito con radici antiche: tra spiritualità popolare e cultura contadina
La tradizione dei pupi affonda le sue origini nei riti pre-cristiani, quando si accendevano falò per allontanare l’inverno e propiziare la fertilità dei campi. A Purgatorio, questa usanza è ancora viva e ha assunto una forte valenza sociale: è il momento in cui il borgo si ritrova, si riconosce e si rinnova.
Ogni anno, adulti e bambini partecipano con entusiasmo, mantenendo vivo un patrimonio immateriale che unisce generazioni e valorizza l’identità del luogo.
Perché visitare Purgatorio? Una meta da scoprire per chi cerca l’anima autentica della Sicilia
Chi è alla ricerca di un’esperienza di viaggio diversa, lontana dal turismo di massa, troverà a Purgatorio un piccolo paradiso nascosto. Custonaci e le sue frazioni offrono scorci pittoreschi, riti millenari, e un’umanità genuina che conquista al primo incontro.
Visitare questo borgo durante il Carnevale significa vivere la Sicilia più autentica, quella che resiste al tempo e che racconta la sua storia attraverso fuochi, pupazzi e tradizioni popolari.