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Una palermitana al comando della nave Ong “Mare Jonio”, la storia di Sheila

Due siciliani a bordo della nave di soccorso umanitario ‘Mare Jonio‘. Due giorni fa da Trapani è partita per la decima missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. A capo della missione una palermitana di 35 anni, Sheila Melosu, dai 18 ai 28 anni attivista e volontaria di Emergency, diventando referente del gruppo di Palermo.

“Ho ricoperto il ruolo di logista e organizzatrice di eventi e incontri nazionali – racconta – e ho collaborato alla costruzione e apertura del primo ambulatorio del Progetto Italia, a Palermo, destinato principalmente a persone in difficolta’, migranti e non solo”. Una “formazione sul campo” che, “unita alla passione per il cinema, mi ha permesso di sperimentare nella pratica il tema della difesa dei diritti umani e della lotta per la sostenibilità ambientale, cosa quest’ultima che mi ha portato a diventare in seguito project manager di SiciliAmbiente Film Festival”. 

Quando nel 2019, al ritorno dalla terza missione, nave ‘Mare Jonio’ è arriva a Palermo, Sheila ha iniziato a occuparsi della logistica e dello shipping management della nave: “Sono diventata anche parte integrante della vita associativa a livello locale e nazionale di Mediterranea. Sono ‘salita a bordo’ allora, e adesso eccomi qui”. Davide Dinicola, 33 anni, ha abitato da sempre a Messina, ed è il primo ufficiale: “Salpo per la prima volta all’età di 23 anni quando conseguo il diploma nautico all’istituto Caio Duilio di Messina. Fin da subito ho lavorato come marinaio sulle navi mercantili e poi come primo ufficiale sugli yacht di lusso. Una carriera che mi ha portato a godere di un lavoro redditizio e di una bella vita, ma che mi lasciava un vuoto dentro”.


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La svolta durante un viaggio nel Mar Egeo quando, diretto ad Atene avvista un corpo galleggiante in mezzo al mare: “Era un uomo caduto da una barca a vela molte ore prima e in stato di incoscienza. Nonostante la reticenza di alcuni miei colleghi e del mio superiore, ho insistito affinché si intervenisse. Una volta tirato fuori dall’acqua, l’equipaggio è riuscito a rianimarlo. Questa esperienza mi ha segnato: ho preso la decisione di abbandonare il mondo delle imbarcazioni di lusso per entrare in quello delle navi di soccorso, che per me è un obbligo morale prima che una legge da rispettare”.

Si è avvicinato a Mediterranea e al soccorso civile in mare mentre, nell’aprile 2019, aveva già in mano un contratto per lavorare per tutta la stagione su un altro yacht a Montecarlo: “Ho scelto di essere primo ufficiale della missione numero 5 della Mare Jonio. E da lì è cominciato il mio viaggio in un mare diverso, dove riesco a mettere insieme il mio lavoro e la mia voglia di contribuire a che nasca un mondo più giusto”. 

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