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Uno studente su due valuta l’università telematica: cosa manca agli atenei pubblici?

Con la pandemia il concetto di Università è cambiato. Secondo una ricerca effettuata dal portale Skuola.net, in collaborazione con il CFU, più di una futura matricola su 2 potrebbe valutare l’iscrizione in un’università telematica. Ovvero il 50% di coloro che in queste ore stanno sostenendo l’esame di maturità.

Sembra quindi assottigliarsi la distanza tra le università pubbliche e quelle telematiche. L’Università eCampus, ad esempio, ad aprile 2021 contava un totale di 47.756 iscritti ai corsi di laurea, con un incremento del 51% rispetto all’anno accademico prepandemico, quello 2018/19. E di certo la colpa non si può dare all’endorsement pubblicitario di Ronaldo. Ma pone in essere degli interrogativi maggiori.

“La pandemia ha accelerato un processo già avviato, perché l’incremento è attivo da anni” dice all’Huffington Post Alfonso Lovito, direttore generale di eCampus, “Un fattore generazionale favorisce questo incremento: gli studenti che si avvicinano alla telematica hanno una familiarità maggiore con la tecnologia, rispetto a qualche anno fa. Per loro è molto più naturale seguire le lezioni online”, aggiunge il responsabile.

Stessi numeri positivi per Pegaso e Mercatorum, che già da mesi registrano un boom di iscrizioni. E’ vero dall’altra parte che anche gli atenei pubblici registrano un forte aumento, ma meno esponenziale come il fenomeno delle telematiche durante la pandemia. Una motivazione del trend per esempio potrebbe ricadare sul fattore “spostamenti e costi”, che essi implicano: tra case e mezzi. Di sicuro risulta meno dispendioso avere una vita universitaria interamente da casa.


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1 studente su 2 valuta l’università telematica

Per un giovane, oggi, sembra normalità seguire lezioni ed esami da un schermo, esattamente come si fa da sempre nelle università telematiche. Così si è venuta a creare una sorta di normalizzazione nella via singola digitale. Per chi studia in un’università telematica, inoltre, come punti di pregio evidenzia la forte organizzazione, che certe volte negli atenei pubblici, per rapporto tra numero di studenti, non riesce a soddisfare le richieste organizzative di ogni singolo.

Per il recente sondaggio, 1 studente su 20 è già convinto che un’università telematica sarebbe più adatta alle sue esigenze. Poco meno della metà, il 47%, si affiderebbe a occhi chiusi ai classici atenei. Se potessero tornare indietro e alla luce di quanto accaduto da febbraio 2020 in poi il 53% degli universitari farebbe una scelta diversa rispetto all’ateneo fisico.

Una metà dei quali in maniera assolutamente convinta, confidando nella maggiore efficacia degli insegnamenti a distanza di una telematica, l’altra metà nella speranza di trovarsi meglio rispetto all’esperienza attuale “a distanza” in un ateneo tradizionale. E, ragionando in prospettiva, quasi 4 su 10 per una laurea di secondo livello o per un master universitario prenderà seriamente in considerazione di passare a una “telematica”: il 10% lo farà quasi certamente, il 29% soprattutto se si continuerà con la Dad anche in futuro.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”