Attesa tra poche ore la decisione del Comitato Tecnico Scientifico sulle modalità di somministrazione del siero anglo-svedese AstraZeneca e sulle seconde dosi.
Il dibattito sul rapporto rischi-benefici legato all’inoculazione del vaccino, è seguito subito dopo la morte di Camilla, la giovane 18enne ricoverata a Genova per trombosi dopo 10 giorni dalla somministrazione di AstraZeneca. La ragazza, il 25 maggio scorso aveva ricevuto la prima dose del siero anglo-svedese aderendo all’Open day indetto dalla regione Liguria. Secondo quanto appreso, Camilla soffriva di una malattia autoimmune e assumeva una doppia terapia ormonale. Si cerca di capire se le patologie fossero state indicate nell’anamnesi prima della somministrazione.
Le raccomandazioni dell’Aifa circa il vaccino AstraZeneca erano quelle di somministrare il siero “preferibilmente” alla popolazione over 60. Proprio su questo punto dovrebbe pronunciarsi oggi il Cts, e ci si aspetta che rendi di fatto vincolante quella che finora era solo una raccomandazione.
Nell’attesa di un verdetto dei vertici della sanità, in queste ore le regioni si sono mosse in maniera del tutto autonoma. Nella giornata di ieri, la Sicilia ha sospeso in via precauzionale la somministrazione di AstraZeneca per coloro al di sotto dei 60 anni, continuando l’Open day soltanto con il siero statunitense della Janssen. Oggi, tutte le regioni hanno bloccato le iniziative legate alla somministrazione del siero anglo-svedese senza prenotazione per la categoria under 60.
Finora, la campagna vaccinale in Italia ha fatto ricevere AstraZeneca a 2 milioni e 80mila persone sotto i 60 anni. Di questi, circa 1 milione e 20mila devono ancora fare il richiamo. Ed è proprio l’inoculazione della seconda dose a creare confusione in queste ore. Dal punto di visto scientifico, sarebbe stata confermata la possibilità di ricevere la seconda dose anche con un vaccino diverso da quello anglo-svedese. Secondo l’orientamento del Cts, infatti, chi ha meno di 60 anni potrebbe far il richiamo con il vaccino a Mrna (Pfizer o Moderna). Nei giorni scorsi sono state intanto già inoculate le seconde dosi del siero angolo-svedese, ma l’Ema sostiene che non bisogna preoccuparsi. Si sostiene che le manifestazioni, seppur molto rare, intervengono dopo la prima dose, entro un numero di giorni limitato, al massimo due settimane.
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