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Censurati i classici Disney politicamente scorretti

Anche i classici disney sono politicamente scorretti. Alcuni, perlomeno. Bollino rosso per tre capolavori Disney entrati nel cuore di intere generazioni.

I classici disney “censurati”

La visione di “Dumbo”, “Peter Pan” e de “Gli Aristogatti”, storici film d’animazione,  sarà d’ora in poi limitata, sulla piattaforma digitale Disney+, ad alcuni contenuti per i minori di 7 anni.

E’ stata la Disney a prendere la decisione. «I tre capolavori» – al dire del più grande fabbricatore di sogni e magia- «trasmettono stereotipi e messaggi dannosi e razzisti». Sarebbero, dunque, incompatibili con la visione di bambini più piccoli.

Un elefantino dalle orecchie troppo grandi, un bambino che non voleva crescere e dei gatti eredi di una fortuna sono, così,  le ultime “vittime” della cosiddetta “cancel culture”. Si tratta di una sorta di revisionismo storico (che il colosso cinematografico si è ormai impegnato ad adottare) che tende a rimuovere prodotti culturali del repertorio tradizionale, accusati di diffondere stereotipi  razziali e cliché sorpassati.

Le accuse ai classici Disney

“Dumbo” è sotto accusa per i versi di una canzone giudicati irrispettosi ed offensivi nei confronti degli schiavi afroamericani del Sud degli Stati Uniti, che lavoravano nelle piantagioni. 

“Peter Pan”  è stato incriminato per l’appellativo ‘Pellirosse‘ nei confronti dei nativi americani. 

“Gli Aristogatti” sono accusati di denigrazione per l’offesa al popolo asiatico con la caricatura dei tratti orientali di Shun Gon, il siamese con denti spioventi, gli occhi a mandorla e le bacchette.

Questi i motivi che hanno spinto la Disney a limitarne la visione.

Ciò significa che non sarà più possibile vedere questi cartoni sulla piattaforma streaming? No.

Significa che non verranno suggeriti o consigliati per i più piccoli, restando comunque disponibili all’interno della piattaforma Disney+ ma accompagnati da un apposito disclaimer:

“Questo programma include rappresentazioni negative e/o denigra popolazioni o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono ancora. Piuttosto che rimuovere questo contenuto vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”.

Applicare un disclaimer non è paragonabile alla censura, poiché  nessuna scena è stata tagliata, ma accompagna una visione più consapevole per spettatori sensibili.

Giusto o sbagliato che sia, di certo il politically correct non fa più sconti a nessuno.

Neanche al nostro magico immaginario dell’infanzia.


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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.