Lo scorso 7 Settembre è stato emanato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Sud, con questo previste 2200 assunzioni nei Comuni e nelle regioni del Sud Italia.

Vengono introdotte 2.200 nuove posizioni lavorative nel Sud Italia. Queste opportunità sono il risultato di un decreto emanato dal Consiglio dei Ministri il 7 settembre scorso, che include, tra le sue disposizioni, la creazione di una Zona Economica Speciale (ZES) unificata nell’area meridionale del paese. Le nuove assunzioni avranno l’obiettivo di rafforzare le istituzioni locali del Mezzogiorno, ovvero le regioni di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nonché le Province, le unioni dei comuni e i comuni appartenenti a queste regioni. Queste assunzioni saranno coordinate in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio.
Le Assunzioni
In particolare, queste amministrazioni sono autorizzate a effettuare assunzioni a tempo indeterminato di personale non dirigenziale, con inserimento nel livello iniziale dell’area dei funzionari stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 per il Comparto Funzioni locali o nella categoria A del Contratto collettivo nazionale di lavoro della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il totale massimo di tali assunzioni è fissato a 2200 unità, delle quali 71 unità sono riservate al dipartimento.
La zona economica Speciale
Il medesimo decreto stabilisce l’istituzione, a partire dal 1° gennaio 2024, della Zona Speciale Sud. Questa ZES unificata comprenderà i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Nel testo si specifica inoltre che con “Zona Economica Speciale” si intende una zona delimitata del territorio nazionale nella quale le imprese, sia già operative che future, possono godere di condizioni speciali in merito agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.
Il flop degli sgravi
Queste misure sono anche una risposta al fallimento degli incentivi volti a promuovere l’occupazione giovanile e femminile nel Sud, come attestato da uno studio condotto dall’Istituto nazionale per l’analisi sulle politiche pubbliche (Inapp) all’inizio dell’estate. Secondo questo studio, solo il 24% dei nuovi contratti stipulati nel 2021 è stato influenzato positivamente dagli incentivi pubblici, e tra questi, la metà sono contratti a termine e uno su quattro sono a tempo parziale. Dato che sembra che fino a questo momento gli incentivi mirati a favorire le assunzioni nel Sud abbiano principalmente generato occupazione precaria, il governo ha quindi adottato un decreto che mira a creare fino a 2.200 nuove posizioni lavorative nel Sud dell’Italia, questa volta con contratti a tempo indeterminato.
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