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Facebook lancia Collab. Youtube e TikTok tremano

Se dalla versione beta Collab si passerà a quella ufficiale, Youtube e TikTok saranno ufficialmente nel mirino.

Collab è l’ultimissima scommessa di Facebook

Si tratta di un’app del colosso del web Facebook, per creare video musicali in, beh, è piuttosto chiaro: collaborazione. Il servizio è in beta test già da qualche tempo, maggio per la precisione, ma privata: ora arriva ufficialmente sull’App Store (per ora non abbiamo dettagli sul Play Store).

Collab la nuova app di Facebook è pensata per aiutare i musicisti a realizzare contenuti interessanti per i loro fan, dal momento che causa coronavirus i concerti, fondamentali per questo settore, sono off limits in un sacco di posti e da un sacco di tempo.

Si sono viste proliferare iniziative alternative, come “show virtuali” in tempo reale ma senza pubblico, jam session e cover a distanza, live streaming e molto altro ancora.

Allo stesso tempo sono emerse piattaforme come TikTok, che si basano sui video brevi e le cui origini sono in qualche modo collegate alla musica, tra lip sync, sfide di balli e cover in duetto.

TikTok è chiaramente esploso come network più generalista, e Collab vuole riempire questo spazio con un’iniziativa concentrata al 100% sulla musica. In concreto, una “Collab” è la fusione di tre clip indipendenti, ciascuno lungo al massimo 15 secondi, che vengono riprodotti in sincrono.

Per esempio, una traccia di batteria, una di chitarra e una linea di voce. Ogni utente può semplicemente registrare i propri 15 secondi, caricarli online e aspettare che qualcuno decida di aggiungere la propria traccia video; oppure guardare le collab ancora incomplete e decidere a quale contribuire, semplicemente suonandoci sotto.

In alternativa, è possibile anche semplicemente sostituire uno dei tre video con un altro compatibile, in modo da creare mix sempre nuovi.

Facebook ha stretto una partnership con alcuni artisti piuttosto affermati

Tra cui Morgxn, che ha composto la canzone “Wonder” proprio su Collab insieme ai fan. Gli stream hanno già raggiunto quota 43 milioni e, grazie a un utente, ora c’è anche una versione cantata in spagnolo.

Collab proviene da NPE Team, l’incubatore interno dell’azienda di Mark Zuckerberg che testa idee e concetti che potrebbero diventare parte dei prodotti software principali – o chissà, anche spiccare il volo in autonomia.

Al momento l’app non è disponibile in altri mercati al di fuori degli Stati Uniti;

La storia ci insegna che queste iniziative raramente hanno successo ma, si sa, la posta in gioco è altissima: se anche solo un’idea fa il botto e diventa un successo su scala planetaria, gli introiti ripagano con dovizia di interesse tutte quelle che non sono andate in porto.

Dopo le notizie che Facebook rischia di perdere Instagram e WhatsApp

La Federal Trade Commission ha infatti accusato la società di aver represso la concorrenza facendosi scudo dietro la sua posizione dominante sul web in modo sleale.

Sono infatti finite nel mirino le acquisizioni degli ultimi anni come Whatsapp e Instagram, ossia quelle che in fin dei conti hanno reso Facebook il gigante che è oggi in rete.

Duro colpo per l’azienda che potrebbe rischiare persino di dover vendere le due applicazioni, dal momento che l’azione dell’antitrust sembra essere veramente molto solida. La FTC ha infatti affermato di voler interrompere la “condotta anticoncorrenziale” di Facebook e ha perciò chiesto al tribunale di annullare le acquisizioni di Instagram e Whatsapp con il fine di farle tornare a essere due società indipendenti.

La difesa di Facebook

La risposta dell’azienda di Mark Zuckerberg non si è fatta attendere. Per difendersi dalle accuse Facebook ha ricordato che entrambe le acquisizioni sono state autorizzate dalle agenzie di regolamentazione USA e che tra queste c’era anche la FTC che ora invece accusa il social network di aver schiacciato illegalmente la concorrenza.

Il colosso del web ha inoltre precisato quanto rischioso sarebbe per il mercato rendere indipendenti oggi le due società a distanza di così tanti anni.

L’avvocato di Facebook

Jennifer Newstead, ha affermato: “Il governo ora ci ripensa e invia un terribile avvertimento alle imprese americane: nessuna vendita è definitiva. Le persone e le piccole imprese non scelgono di utilizzare i servizi e la pubblicità gratuiti di Facebook perché devono, li usano perché le nostre app e i nostri servizi offrono il massimo valore”.

Sottolineando quanto una simile decisione potrebbe compromettere qualsiasi operazione di compravendita in futuro.

Instagram

Nel 2011 Facebook ha acquistato Instagram per circa 1 miliardo di dollari e lo ha fatto perché Zuckerberg aveva intuito che gli utilizzatori di Facebook avrebbero potuto spostarsi su questo nuovo social network più orientato sullo smartphone, dispositivo su cui invece Facebook era allora particolarmente debole.

In poco tempo Instagram è diventato uno dei social network più utilizzati soprattutto dai giovani e nel corso degli anni la società di Zuckerberg ha più volte aggiunto nuove funzionalità e rafforzato i collegamenti tra Instagram e Facebook tramite il marketing e la tecnologia. 

Ad oggi Instagram vanta oltre un miliardo di utenti mensili e si posiziona al secondo posto tra i social network più utilizzati dopo soltanto Facebook stesso.

Whatsapp Se l’acquisizione di Instagram è stata un vero colpo grosso per Zuckerberg, quella di Whatsapp, nel 2014, è sicuramente stata però la più importante. 

Acquistato per la modica cifra di 19 miliardi

Whatsapp ha contribuito in modo fondamentale a consolidare il dominio di Facebook nel panorama della messaggistica portando il servizio ad essere utilizzato da più di due miliardi di persone.

Più volte nel corso degli anni Facebook ha provato (con molta difficoltà) a monetizzare tramite Whatsapp.

Si è più volte pensato di includere annunci pubblicitari su Whatsapp ma questo non ha fatto altro che spingere alcuni dei fondatori dell’app a lasciare Facebook.

Da quel momento quindi la società di Zuckerberg ha deciso di desistere seppur continuando a introdurre nuove funzionalità per rendere più facile lo shopping. 


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