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L’Andu plaude alle dimissioni del rettore di Messina candidato e chiede la decadenza dei candidati

Riceviamo dall’Associazione Nazionale Docenti Universitari e pubblichiamo:

Abbiamo più volte denunciato come da decenni in Italia diversi Rettori, dopo o durante il loro incarico, sono passati o hanno tentato di passare ad altre “occupazioni”: ministro, sottosegretario, alto incarico ministeriale, parlamentare, presidente di regione, sindaco, assessore, consigliere, ecc. Un fenomeno questo che rende ancora più urgente una revisione legislativa delle modalità di governo degli Atenei e, nel frattempo, rende necessario modificare gli Statuti per renderne il più possibile democratica la gestione.

In questa direzione l’ANDU ha chiesto che negli Statuti venga inserita una norma che preveda la decadenza dalle cariche accademiche di coloro che si candidano a cariche politiche. Infatti non può non nuocere fortemente all’autonomia di un Ateneo il ritorno nel proprio ruolo di rettore di chi non è riuscito a farsi eleggere nell’ambito di una determinata forza politica. Un principio elementare questo che dovrebbe (e avrebbe dovuto) portare alle dimissioni volontarie chi si candida dalla carica accademica ricoperta. Una scelta, quella delle dimissioni, che opportunamente ha fatto ora il Rettore di Messina (elezioni politiche in corso), ma non i Rettori di Foggia (elezioni politiche nel 2013), di Palermo (elezione del Presidente della Regione Sicilia nel 2017) e del Molise (elezioni politiche in corso).

Si ricorda che proprio nello Statuto dell’Università di Foggia è stata poi inserita una norma che prevede la decadenza dalle cariche accademiche di chi si candida a cariche politiche. Ecco la norma che sarebbe opportuno inserire in tutti gli altri Statuti:
Comma 5, art. 43 dello Statuto:
“5. La candidatura alle cariche politiche elettive nel parlamento nazionale o europeo ovvero in un consiglio regionale, provinciale o comunale o a sindaco di un comune da parte di soggetti che rivestono la carica di rettore, di pro-rettore, di direttore di dipartimento, di componente il senato accademico, di componente il consiglio di amministrazione e di componente il nucleo di valutazione di ateneo comporta la decadenza dalla carica accademica precedentemente ricoperta, contestualmente alla formalizzazione della candidatura. La decadenza dalla carica accademica precedentemente ricoperta si verifica anche all’atto dell’ingresso nella giunta di un comune da parte di uno dei soggetti di cui al presente comma.
È fatto salvo quanto disposto dall’articolo 24, comma 3, del presente Statuto.”
Articolo 24 (Consulta di ateneo)
3. Sono membri di diritto un rappresentante dell’Amministrazione provinciale di Foggia e un rappresentante del Comune di Foggia.”

A Palermo ci sono state forti polemiche dopo la candidatura del rettore Fabrizio Micari alla presidenza della Regione Siciliana.

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1 risposta

  1. Giovanni

    e’ altrettanto democratico e rispettoso della autonomia universitaria a mio parere adottare un dispositivo legislativo di blindatura istituzionale con esercizio sostitutivo temporaneo dei poteri rettorali e subordinare la riammissione alla carica di rettore del candidato su istanza di riammissione, alla valutazione degli Organi di gestione dell’Ateneo che esercita il potere decisionale sulla opportunita’ o meno di riammettere il candidato nella carica di rettore.
    E’ a mio parere la modalita’ piu’ idonea per tutelare il diritto alla partecipazione alla vita civile e democratica del Paese del Rettore-cittadino, diritto tutelato dagli art. 2, 3 e 51 della Costituzione e l’autonomia universitaria.
    Sono ambedue diritti costituzionalmente garantiti e una norma statuaria non puo’ affievolire il diritto-dovere del cittadino-rettore
    La limitazione all’esercizio del diritto-dovere di partecipare alle competizioni elettorali
    e’ una limitazione eccezionale regolata da apposite ed espresse norme di legge.