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Le città che comprano più libri, Palermo sorprende: la classifica e i best seller

Palermo ha sorpreso Amazon“, almeno così dice il colosso americano. Come ogni anno Amazon ha stilato la classifica delle città italiane che hanno acquistato più libri pro capite. Il capoluogo siciliano segna “una crescita continua e incalzante, con una velocità superiore alle altre”.

Nel 2021 Palermo raggiunge l’undicesimo posto, non rientrando per pochissimo nella classifica delle prime dieci. Soltanto l’anno scorso si trovava al tredicesimo posto e ancora prima al quarantatreesimo. Una crescita che mostra quanto Palermo non si stanchi mai di cultura. Milano continua ad essere la regina indiscussa della classifica. Questo è infatti il nono anno consecutivo in prima posizione.

Roma si aggiudica il secondo posto, con una certa costanza negli anni in una competizione serrata che vede in terza posizione Torino. A chiudere la Top 10 Trieste, che si conferma stazionaria in decima posizione. Per il colosso Amazon, notevole è l’incremento della lettura in formato digitale.


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Le città che comprano più libri, Palermo stupisce

La città in cui i clienti hanno acquistato il maggior numero di eBook è Roma che supera, seppur di poco, Milano. Se analizziamo le preferenze di lettura per genere, nella classifica di Amazon troviamo al primo posto i libri per bambini e ragazzi. Subito seguiti dai classici della letteratura. Medaglia di bronzo ai sempre più amati e popolari fumetti e manga. Anche a Palermo si prediligono i libri per bambini e giovani adulti.

Per quanto riguarda i libri cartacei scelti dagli italiani, ai primi tre posti della classifica si trova il libro con le ricette di “Fatto in casa da Benedetta” di Benedetta Rossi, “Le storie del mistero” di Lyon Gamer. E al terzo posto, “Il sistema. Potere, politica affari: storia segreta della magistratura italiana”, il libro intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara, ex membro del Csm.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”