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“L’Università non è Netflix, fate sacrifici”: studenti e prof si dividono sulle lezioni registrate

Non si ferma la battaglia degli studenti che vogliono la Dad all’Università. Questa volta il gruppo Unidad, studenti per la didattica a distanza, lo ha ribadito in un’intervista rilasciata al sito Senza Filtro. L’unione degli studenti a favore di didattica a distanza e lezioni registrate nasce da alcuni universitari che hanno visto un’utilità dietro la nuova fruizione formativa.

“Parliamo di persone che lavorano (anche per mantenersi gli studi), che hanno disabilità patologie che impediscono loro spostamenti quotidiani per l’Università, che sono caregiver e devono quindi assistere con continuità i famigliari, tra cui anziani, ragazzi o bambini con disturbi o disabilità”.


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“L’Università non è Netflix, fate sacrifici per le lezioni”

“Ma anche di genitori con figli piccoli e non dimentichiamo l’aspetto economico visto che viaggiare quotidianamente come pendolari – ma soprattutto prendere in affitto un appartamento in un’altra città – ha un impatto notevole sulle risorse economiche e sul tempo”, raccontano sulle lezioni gli organizzatori di Unidad.

Non tutti però sembrano comprendere l’iniziativa, tanto che alcuni professori hanno etichettato quest’idea come la trasformazione dell’Università in piattaforme stile Netflix. “Un docente ha persino detto che fare veri sacrifici nella vita significa alzarsi alle sei del mattino, prendere il treno e spostarsi per chilometri. Perché frequentare l’Università non significa guardare una serie di Netflix. C’è stato anche chi ha proposto addirittura lezioni separate per gli studenti lavoratori”. Il confronto tra le due parti non tende ad abbattersi.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”