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Punito dalla preside per i capelli blu: i compagni dedicidono di protestare

Una protesta a favore di chi viene attaccato perchè diverso. Alcuni ragazzi e ragazze, studenti dell’istituto alberghiero Carlo Porta di Milano, hanno protestato nel pomeriggio di ieri, 16 febbraio, davanti alla scuola in solidarietà di un loro compagno di scuola.

Il ragazzo, uno studente di quinta, due settimane fa ha ricevuto un rimprovero dalla preside dell’istituto per via dei suoi capelli, lunghi e di colore blu

La dirigente scolastica, Rossana Di Gennaro, lo aveva invitato a non presentarsi più a lezione con i capelli in quel modo. Il ragazzo li aveva prima tagliati. Poi dopo una nota disciplinare (che attualmente risulta ritirata), li aveva tinti di nero. Un cambiamento fatto per non avere problemi futuri, ma anche presenti.

Il gruppo Unione degli studenti di Milano ha accusato la scuola: “L’alunno ha seguito l’ ingiusta imposizione. Ha tagliato i capelli, lasciando solo qualche centimetro per non rasarsi totalmente. Ma l’istituto scuola ha imposto anche all’alunno il divieto di entrare nell’istituto tranne che non si fosse rasato totalmente”. 

La protesta per lo studente con i capelli blu

Alle dure parole dell’associazione ha risposto la scuola, che con due circolari, nel giro di una sola settimana, sul sito della scuola ha sottolineato: “La specificità dell’Istituto richiede precisi requisiti in ordine all’acquisizione di una fisionomia professionale”. Inoltre si ricorda agli studenti impegnati in attività di laboratorio, per le quali è prevista un’apposita divisa, di “evitare di indossare un abbigliamento troppo difforme dalla richiesta come per esempio: pantaloni con strappi, tute da ginnastica, felpe, scarpe da ginnastica“.

Il richiamo alla necessità di una “fisionomia professionale” non è evidentemente piaciuto ad alcuni ragazzi. Sono loro che nel pomeriggio di ieri hanno urlato e mostrato il loro dissenso davanti ai cancelli della scuola. Tutti con addosso parrucche di capelli blu e srotolando uno striscione con la scritta “Fifa blu”. I giovani promettono che non lascieranno l’osso finchè giustizia non sarà fatta.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”