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Università ed esami: quanto conta l’aspetto fisico?

Il mondo universitario rappresenta un piccolo universo in cui gli studenti si trovano immersi a trecentosessanta gradi: sessioni alle porte, stress sempre più papabile, studio matto e disperato in concomitanza con lezioni e seminari.

Ma se in questo microcosmo da una parte c’è chi perde giornate intere su libri e dispense e chi si riduce agli ultimi giorni annegando nelle full immersion d’emergenza, dall’altro lato della medaglia c’è chi aborre studio e notti insonni giocando la carta di un aspetto accuratamente studiato a tavolino.

Già, perché, anche le aule e i corridoi accademici possono divenire all’occorrenza lunghe ‘passerelle’ in cui esibire tratti particolari e virtù. Se la legge del “più bello del reame” poco si adatta ai meccanismi maschili non si può dire lo stesso per gran parte del gentil sesso secondo il quale un aspetto gradevole è condizione sufficiente e necessaria per tornare a casa con un voto in più sul libretto.

E così ecco le più “furbe” perdere ore di fronte l’armadio per scegliere con dovizia di particolari abiti e accessori trascurando nozioni e concetti fondamentali. Ma quanto conta realmente l’apparenza per superare un esame? È stato svolto recentemente uno sondaggio tra i giovani per comprendere i meccanismi che si innestano in ambito accademico.

Nonostante l’aspetto piacevole sia un buon biglietto da visita, per oltre la metà degli studenti intervistati, esso è relativo rispetto all’atteggiamento che si mantiene di fronte al professore. Ben il 57 per cento degli universitari, infatti, dichiara di stare più attento a come comportarsi, porsi e interagire con il docente rispetto a come vestirsi il giorno dell’esame.

Una considerazione che dimostra come nell’opinione della maggior parte degli studenti l’educazione, la sicurezza e la disinvoltura siano i veri elementi determinanti la buona riuscita dell’esame. È pur vero, però, che l’aspetto fisico è sempre la prima cosa che gli altri vedono, una sorta di ticket d’ingresso e di conseguenza è opportuno presentarsi ad un colloquio universitario con abiti idonei all’occasione, non troppo eleganti ma neppure troppo dimessi.

In generale, dunque, avere un aspetto e soprattutto uno stile gradevole è importante soprattutto per instaurare una sorta di empatia con l’esaminatore, ma è chiaro che l’efficienza e la conoscenza della materia siano indispensabili.

E voi che ne pensate?

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A proposito dell'autore

Nata a Palermo l’8 dicembre del 1990. Da sempre, amante della poesia e dell’arte in ogni sua forma, ho deciso di assecondare la mia passione più grande: la scrittura. Un mondo, quello del giornalismo, spesso difficile e competitivo ma ciò non mi ha fermata. Mi sono laureata in “Giornalismo per uffici stampa” all’Università degli studi di Palermo lo scorso luglio. Nel 2011 arrivano le mie prime collaborazioni giornalistiche e televisive con "Cts, compagnia televisiva siciliana" e, nel novembre 2013, con "Livesicilia".

2 Risposte

  1. Naso critico

    “avere un aspetto e soprattutto uno stile gradevole è importante” beh, ma il gusto è qualcosa di assolutamente soggettivo. Posso andare a un esame con i jeans strappati e gli anfibi oppure con vestitino strizzato e il tacco 12 leopardato. Chi mi dice che uno sia gradevole e l’altro no? Se i professori giudicano un ragazzo dall’aspetto e non dalla preparazione allora stiamo annaspando nel niente … [le cose cambierebbero se fossimo costretti a sostenere un esame di sociologia con carla gozzi e allora sticazzi… tacchi e lustrini tutta la vita].
    A mio parere, invece solo la disinvoltura e la sicurezza sono elementi discriminanti della riuscita o meno di un esame.

  2. Jacopo

    Ti sbagli. Quello che fa la differenza non è il tuo gusto, perché non ti dai il voto da sola, semmai il gusto dei prof, ma neanche questo è vero. Se ti vesti in modo sobrio ma elegante i professori, essendo umani, si faranno un’idea intuitiva ed istintiva del candidato. Questo succede anche a te con le persone che incontri. Quindi anche se hai il gusto per il leopardato, (a me piace portare i jeans strappati) meglio che lo eviti perché per la maggior parte delle persone, il leopardato, come altri stili , risulta eccessivo e provocante. Ragion per cui se ti va bene non perdi punti, se ti va male puoi fare brutta impressione, e nelle relazioni umane la prima impressione conta davvero tanto! Jeans scuri, camicia chiara o scura e giacca blu scura e ho sempre avuto grande empatia con ogni professore, dal più bastardo al meno. I miei colleghi che non vogliono abbassarsi per principio a formalismi hanno avuto la vita davvero più dura! Puoi credermi!