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Coronavirus. Il Vaccino anti coronavirus: a Novembre 10 milioni di dosi

Vaccino Coronavirus. Fine settembre o inizio ottobre: conclusione delle sperimentazioni. Fine ottobre: autorizzazione da parte dell’Ema, l’autorità europea del farmaco. Novembre: messa in commercio delle prime dosi. La fabbricazione è già stata avviata e ne dovrebbero arrivare attorno a 50 milioni in Europa entro la fine dell’anno. Queste le tappe del vaccino contro il coronavirus di Oxford, il più avanzato e promettente, affidato alla produzione dell’anglo-svedese AstraZeneca.

Vaccino Coronavirus: Le priorità

«Molti dettagli dipenderanno dai risultati della fase tre delle sperimentazioni, quella conclusiva» precisa Walter Ricciardi, professore di Igiene all’università Cattolica di Roma e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. Ma le fasi uno e due sono state promettenti. Speranza ha già annunciato l’arrivo del vaccino entro l’anno. Sarà distribuito all’inizio agli operatori sanitari (quasi un milione di persone) e alle forze dell’ordine (circa mezzo milione).

I dubbi sugli anziani

Per gli anziani invece, categoria più delicata, bisognerà verificare i dati su efficacia e sicurezza che verranno pubblicati alla fine della fase tre. In generale i vaccini funzionano meno con l’avanzare dell’età e hanno spesso bisogno di sostanze chiamate adiuvanti, che però non sono state incluse in tutte le sperimentazioni attuali. Eventualmente la precedenza sarà data a chi è ricoverato in una Rsa, e quindi è più a rischio.

I margini di sicurezza

La somministrazione avverrà con una puntura. Molto probabilmente sarà necessario un richiamo a uno o due mesi di distanza: anche questo sarà stabilito dopo la pubblicazione della fase tre, che sta coinvolgendo 50 mila volontari in Gran Bretagna, Brasile e Stati Uniti. L’Ema aveva annunciato che avrebbe preso in considerazione candidati vaccini sperimentati su almeno 10 mila persone. Non mancano dunque i margini di sicurezza, per quanto riguarda la dimensione dei test.

Le fabbriche già in moto

In attesa dei risultati scientifici, le fabbriche sono già in moto. AstraZeneca ha avviato la produzione in alcuni stabilimenti nel mondo. L’autorizzazione Ema, a novembre, troverà una decina di milioni di dosi immediatamente pronte, (un paio per l’Italia). L’Irbm di Pomezia sta fabbricando per conto di AstraZeneca e Oxford le dosi per le sperimentazioni. L’accordo per la produzione di quelle commerciali è ancora in fieri.

Dall’Italia fiale per tutta Europa

In ogni caso, tutti o quasi i vaccini destinati all’Europa passeranno per l’Italia. Il vaccino contro il coronavirus di AstraZeneca prodotto nel nostro continente verrà infialato ad Anagni (Frosinone), nei 30 mila metri quadri della multinazionale italo-americana Catalent. L’infialamento richiede spazi e attrezzature sterili. La Catalent ha già avviato le operazioni ad agosto. L’accordo con AstraZeneca riguarda alcune centinaia di milioni di dosi da qui a marzo 2022.

Vaccino Coronavirus: Il rischio di un fallimento

«Gli accordi fra governi e aziende — spiega Ricciardi — prevedono una condivisione del rischio. Se i vaccini si riveleranno inefficaci, la spesa per lo sviluppo e le dosi prodotte in anticipo verrebbe in parte coperta dai governi». La spartizione dei rischi e la copertura di eventuali effetti collaterali sono una parte delicata delle trattative fra aziende ed enti pubblici. Mentre gli Usa sono disponibili a coprire ogni eventuale richiesta di rimborso, l’Europa offre un’assicurazione solo parziale. Al netto di eventuali problemi, comunque, ogni dose di AstraZeneca costerà 2,5 euro. La Commissione ha già versato tramite l’Esi (Emergency support instrument) un acconto di 330 milioni di euro per 300 milioni di dosi, eventualmente allargabili a 400 milioni, da distribuire in base alla popolazione di ciascuno stato.

Vaccino Coronavirus: L’ipotesi cinese

L’Europa ha firmato o sta per concludere accordi con altre 6 aziende europee, americane e cinesi. «CanSino — spiega Ricciardi — è una ditta cinese che sta per terminare la fase tre, con i test condotti in buona parte sui militari dell’Armata Rossa. Se i dati saranno buoni, il vaccino potrà essere commercializzato anche da noi, con l’autorizzazione dell’Ema». Il nostro continente dovrebbe assicurarsi 1,2 miliardi di dosi dai vari produttori entro la primavera 2021.

Per la ricerca di un vaccino sono al lavoro 321 laboratori nel mondo: circa 120 in America, 80 in Europa e un centinaio in Asia e Australia. I test sull’uomo sono avviati da 32 gruppi, 7 in fase tre. Alla corsa partecipa ReiThera, biotech a sud di Roma in grado di svolgere da sola tutte le fasi della produzione. La fase uno è iniziata il 24 agosto e terminerà prima della fine dell’anno.

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