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Distanza o presenza? Le riflessioni di uno studente Unipa

Università: Distanza o presenza? – Lo scopo di questo articolo non è dare lezioni su come si gestisce l’università né tantomeno fornire soluzioni a tutti mali di questo mondo;

La mia vuole essere una semplice riflessione, quella di uno studente qualunque che come tutti gli altri ha fatto il suo dovere, restando a casa e sentendo ore ed ore di lezioni online.

Siamo a metà luglio, si avvicinano le scadenze dei contratti di migliaia di studenti fuorisede e pendolari, e l’incertezza regna sovrana.

È da poco uscita la notizia di Unipa di una ripresa della normalità per la fase 3, come auspicato dallo stesso ministro Manfredi.

Tuttavia, accanto al titolo altisonante della riapertura (per inciso, i tirocini curriculari e le esercitazioni di laboratorio tornano di presenza) le lezioni “miste”, quindi quelle che potranno usufruire “anche” della oramai dimenticata modalità in presenza, saranno riservate solo ai corsi di laurea con meno di 70 iscritti per anno…

Non ci vogliono grandi calcoli per capire che la stragrande maggioranza degli studenti sarà tagliata fuori e costretta a casa per un altro semestre.

La necessità di tornare alla normalità

Tutti sentono la necessità di tornare alla normalità, pur nel rispetto delle normative di sicurezza imposte dalla situazione di emergenza, però sembra corretto dare risposte chiare e rapide a migliaia di studenti, sempre più incerti sul loro prossimo futuro.

Tanti di noi non sanno come e a che condizioni rinnovare o disdire i contratti di locazione, non sanno come prepararsi all’anno accademico che verrà, non sanno se a settembre ci sarà un lento ritorno alla normalità, però sembra generalizzata l’idea di una riapertura per “pochi” fortunati, e tutti gli altri a casa.

Ora, in un’Italia in cui posso andare a fare assembramenti in Vucciria, posso accalcarmi alla miriade di persone a Mondello e posso viaggiare all’interno dei mezzi pubblici occupando interamente tutti i posti, pur – giustamente – indossando i dispositivi di protezione individuali, continua a sembrarmi surreale immaginare una università zoppa per un altro semestre.

Modalità in presenza o modalità online: pregi e difetti

Sia la modalità in presenza sia quella online hanno ciascuna i loro pregi e i loro difetti: in presenza torna quel contatto “visivo” e fisico che tanto manca, online si rende disponibile un servizio che per tante persone fisicamente lontane è veramente di valenza costituzionale.

Mi auspico che la mia università, magari per mezzo di qualcuno che leggerà queste poche righe, si attivi affinché chieda ad ogni studentessa e ad ogni studente come meglio preferisca svolgere il proprio semestre.

Sono sicuro che tanti vogliono tornare in presenza ma altrettanti preferiscano la modalità online.

Chiedendo a ciascuno di noi cosa preferisca si fanno gli interessi di tutti: l’università ha più dati su cui lavorare, anche per gestire meglio le presenze in aula e magari per fare tornare in aula più persone organizzandole meglio, e noi studenti qualche certezza in più su cosa ci aspetta nel nostro immediato futuro.

Con la speranza che le nostre nuove abitudini ci portino presto alla normalità.

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A proposito dell'autore

In allegato trovate la riflessione e la foto. Sono Giacomo Belvisi, 21 anni, vengo dall'isola del vento, Pantelleria, e studio scienze e tecnologie agrarie a Palermo

3 Risposte

  1. Giuseppe

    Apprezzo le considerazioni dello studente, ciononostante sembra che ignori che non esiste alcuna evidenza sull’evoluzione del virus nei prossimi mesi e che le grandi organizzazioni hanno necessità di programmare e standardizzare i processi con tempi adeguati. La decisione di continuare ad adottare la modalità distanza è un atto di responsabilità e precauzione nei confronti di tutta la comunità accademica e di tutta la società (ved. l’Università di Cambridge). Inoltre, non credo che l’Università debba realizzare un referendum per comprendere le “preferenze” degli studenti (il perché credo sia ovvio). Invito pertanto tutti ad un esercizio di maturità (me compreso) e a prepararsi adeguatamente per beneficiare al meglio della didattica a distanza. L’intelligenza è soprattutto la capacità di adattarsi alle diverse circostanze e tutta la comunità accademica ha la possibilità di vivere tale complicata esperienza come un momento di crescita. Una decisione responsabile è decidere di evitare frugali polemiche e investire le proprie energie per prepararsi al meglio alle nuove sfide della società (il mondo non finisce alla Vucciria o a Mondello). In bocca al lupo a tutti e auspico che la Sicilia dimostri, nell’ora cruciale, un sentimento di unione smarrito secoli addietro (ahimè, conosciamo bene gli effetti delle faide interne). Infine, per quanto riguarda la problematica degli affitti, considerato che tutte le lezioni saranno comunque erogate a distanza, gli studenti hanno già possibilità di operare una decisione al riguardo, sempre che non si voglia continuare a fomentare la polemica 🙂

  2. FERRARA ROSARIO

    IN QUESTA SITUAZIONE CI STANNO ABUSI DI TUTTI I TIPI, E LA VERA EMERGENZA STA PIU NEL FAR FINIRE L’ EMERGENZA CHE NON NEL FARLA CONTINUARE… l’ uso delle mascherine oggi ti indebolisce domani, l’ uso delle mascherine domani ti indebolisce dopodomani… andando avanti, ci stanno persone che non potranno mai piu togliere le mascherine per via della immunodepressione…

    fatta questa considerazione, ognuno sta libero di scegliere come far morire il proprio corpo e da che parte farlo indebolire… gli anoressici cominciano dallo stomaco, i fumatori dai polmoni, ed i gregari dal sistema immunitario…

    ma su un blog di tipo universitario occorre fare riferimento prioritariamente alla didattica…
    – non puoi imparare come si taglia un paziente stando a casa
    – non puoi imparare a restaurare un mosaico stando a casa
    – non puoi imparare le dinamiche sociali stando a casa
    – non puoi imparare a coltivare la terra stando a casa
    … occorre sentire sotto la pressione della mano la resistenza della carne del paziente, la delicatezza delle tessere di un mosaico, occorre creare e gestire gruppi umani ed occorre sentire l’ odore del tipo di terreno e di fiori magari con qualcuno che ti insegni a distinguerli…

    ma puoi leggere da casa il patrimonio digitalizzato di intere biblioteche, puoi ascoltare da casa milioni di ore di registrazioni musicali, e da casa puoi mantenere i contatti con altre persone relative al tuo corso…

    in nessun caso, dunque, esiste su questo tema una soluzione univoca…

  3. Giuseppe

    Quindi? Qualche proposta concreta e ponderata o esclusivamente rimarcare le problematiche che da mesi tutti conosciamo?