Avevano fatto scalpore le parole di Silvio Berlusconi di qualche giorno fa che, parlando della liberazione dei pescatori italiani in Libia, aveva detto chiaro e tondo che il merito è di Vladimir Putin.
Era tuonate come un attacco non troppo celato al premier Conte, che si è intestato il merito dell’operazione.
Ma ora emergono ulteriori dettagli sulla vicenda. In primis, dopo il ritorno a Mazara del Vallo e al termine della festa, c’è stata una telefonata proprio tra Berlusconi e l’armatore di uno dei due pescherecci, Marco Marrone. Ma non solo. Il Corriere della Sera dà conto di “un breve e scherzoso dialogo sul cellulare di Gianfranco Micciché, il presidente dell’ Assemblea Regionale siciliana accorso per la grande accoglienza. Dialogo in cui l’armatore che ringraziava e affermava: “Non si può dire, ma è stato Putin a farli liberare chiamando Haftar…”. Dettaglio carpito dai cronisti e che alimenterà ulteriormente la polemica politica sul caso.
Pare che il Cremlino si sia mosso quindici giorni fa per avviare una triangolazione con Erdogan per mettere un freno alla Fratellanza musulmana a Tripoli. Decisivo il consenso degli Usa intervenuti ai più alti livelli per facilitare la soluzione
Nell’intreccio di consultazioni e contatti che hanno preceduto la liberazione degli equipaggi dei pescherecci italiani sequestrati dalla Marina militare di Khalifa Haftar, un passaggio decisivo è stato l’interessamento di Vladimir Putin alla vicenda. A riferirlo sono fonti a conoscenza del dossier le quali parlano di una telefonata giunta circa due settimane fa dal Cremlino alla base di Al-Rajma. Pare che Putin disse ad Haftar: “Libera i pescatori prima di Natale”.
Pescatori liberati, la frase rubata alla festa a Mazara: “Non si può dire, ma è stato Putin”. Quella del governo solo una farsa?
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