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La studentessa bullizzata per aver abortito: “Odio gratuito, mi sento lo stesso libera”

Sceglie la via dell’equilibrio e del rispetto la giovane piacentina vittima di bullismo per aver scelto di abortire. Proprio ieri le foto dei bigliettini con feti disegnati hanno fatto il giro del web, indignando molte persone. “Anche se quell’odio non lo capisco, non sono arrabbiata con chi ha appeso quei disegni. Semmai con lui vorrei potermici confrontare. Se una conclusione può trarsi, è che la gente deve imparare a riflettere prima di emettere giudizi“. Così dichiara la 18enne al Corriere della Sera.

È passato solo un mese dal giorno del suo aborto e lei stessa racconta di aver rivelato la questione solo agli amici più stretti. “Un mese fa ho abortito, mi ero confidata con qualcuno a scuola. Chissà, forse c’era chi lo sapeva anche in altre classi. Ma non posso esserne sicura”.

Ammette di essersi un po’ arrabbiata quando ha trovato quei fogli. E li ha strappati dal muro “portandoli al prof. Lui non ci credeva. Li ha presi e si è allontanato, andando in presidenza. Io intanto li avevo fotografati, girandoli a miei compagni di classe per chiedere loro se ne sapessero qualcosa”.


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Parla la ragazza bullizzata per aver abortito

Proprio nei primi giorni di ritorno tra i banchi di scuola l’appena maggiorenne ha ritrovato un paio di bigliettini con un chiaro riferito al suo aborto, con frasi come “Io feto, tu aborto”. Anche se il colpevole sembra averlo fatto come uno scherzo generico, senza voler mirare ad alcun tipo di situazione in particolare.

Inoltre il giovane ha parlato di “immagini e relativi messaggi ironici e non riferiti a nessuna persona in particolare. Per quanto fuori luogo, lo scopo non era certo quello di offendere e criticare qualcuno”. Poi il tentativo di spiegazione, stavolta in prima persona: “Mi dispiace tantissimo per la situazione che si è creata, soprattutto per le persone che si sono sentite ferite. Chiedo scusa a tutti“.

La studentessa si dimostra matura e dichiara in merito del gesto: “Una persona ingenua e che probabilmente ha capito adesso quello che ha fatto. Non voglio concentrarmi più su questa storia, morta lì secondo me. Quel che mi è successo un mese fa è stato terribile. Ma può capitare a tutti. Per fortuna io mi sono sentita libera di decidere in modo sereno, parlandone con mia madre, la mia migliore amica, alla quale ho semplicemente detto che non mi sentivo pronta“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”