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Un’infermiera fa la proposta sulla tuta: “Lorenzo, mi vuoi sposare?”

Da poche ore è virale la foto della giovane Chiara Vangeli, infermiera dell’Asst Valle Olona. Nello scatto compare la scritta sulla tuta anti-contagio: “Lorenzo, mi vuoi sposare?”. Una proposta di matrimonio a tutti gli effetti.

Già qualche mese fa un giovane operatore sanitario campano aveva deciso di chiedere la mano della sua amata attraverso una proposta sulla tuta, ormai necessarie per affrontare il nemico invisibile.

L’infermiera di Varese non se lo sarebbe mai aspettato tutto questo stupore dietro al suo post su Facebook. “Non credevo di provocare tutto questo interesse, doveva esser solo una cosa simpatica tra me e i miei colleghi, ma sono comunque contenta: spero che tutto questo venga letto come un messaggio di speranza”. Così Chiara Vangeli ringrazia tutti quelli che l’hanno riempita di complimenti sulla proposta di matrimonio bizzarra.

La proposta di matrimonio e la storia dell’infermiera

Grazie a questa buffa storia l’infermiera Chiara Vangeli ha avuto la possibilità di raccontare la sua vita a tutti i curiosi.

“Con Lorenzo ci conosciamo da anni, scuola, laurea insieme, anche lui assistente sanitario, assunti quasi contemporaneamente, anche se non lavoriamo insieme – ha raccontato Chiara che ha 23 anni e vive a Cislago (Varese) – Io sono sempre stata innamorata di lui, ma lui si è accorto davvero di me solo da pochi mesi e ora pensiamo al matrimonio”.

Per lei: “Non è un progetto immediato ma lei ne parla continuamente con entusiasmo anche sul lavoro e per questo i suoi colleghi hanno deciso di fare quella cosa simpatica. Lorenzo si è messo a ridere tanto lo sa che prima o poi è quello che faremo, non riesco a immaginare la mia vita con nessun altro vicino”.

Poi parla dei suoi incredibili sacrifici, come tanti giovani ragazzi volenterosi, oltre alla proposta di matrimonio. “Mi sono laureata nella primavera scorsa e mi sono trovata subito sul fronte Covid – ha raccontato – È stata durissima, soprattutto la seconda ondata che ci ha un po’ demoralizzato, poi la fase dei tamponi, anche 1.500 al giorno”. Ma Chiara vuole mandare un messaggio anche ai suoi coetanei.

Poi l’infermiera conclude: “Lo so che molti si stanno lasciando prendere dallo sconforto, che dicono non ne possiamo più tanto non serve a nulla fare tutti questi sacrifici. Io invece dico loro di essere più speranzosi, ne usciremo e soprattutto un consiglio: vaccinatevi“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”