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I neolaureati di Unipa raccontano cosa significa laurearsi in questo periodo incerto

Corone di alloro, abiti eleganti, tesi scintillanti. Gli ingredienti sembrano esserci tutti. A prima vista sembra non essere cambiato nulla per i neolaureati in Italia. Questa volta le lauree si sono svolte in presenza all’Università di Palermo, a discapito di un anno fa durante il primissimo lockdown di marzo 2020, con tutte le regole contro il contagio da Covid-19.

Il racconto dei neolaureati a Palermo

Sicuramente mi è sembrata una cerimonia più accogliente con poche persone. Questo forse è stato positivo. Per il futuro penso che sicuramente la laurea con i parenti e amici in presenza sia una cosa innegabile. È chiaro che mi avrebbe fatto piacere averli in aula tutti con me”. Così racconta Noemi Valenti, neolaureata in Farmacia.

Mentre sulla gestione tra insegnanti e segreteria dice: “Dai docenti non mi sono mai sentita abbandonata. Però ho riscontrato qualche problematica di contatto telefonico con le segreterie”.

Luigi Terrana, neolaureato in Economia, non ha particolari note negative in merito alle lezioni a distanza: “La tesi è sempre un lavoro che fai a casa. Anche se le chiusure non mi hanno permesso di fare alcune cose che avevo in mente. Per il futuro si vedrà”.

Anche Erika Mazzola è tra i recenti neolaureati. Lei si è laureata in Lingue. “Ho perso sicuramente il calore della laurea. Tanta attesa per laurearsi soli non è stato bello. Futuro titubante sicuramente, non ci sono certezze. Noi, studenti universitari siamo stati abbandonati”.

Ed Erika tiene a precisare la questione facendone un discorso più ampio: “Non dall’Università di Palermo. Ma dal ministero direttamente. Non c’è stata agevolazione in niente, non siamo stati considerati, nessuno si è preoccupato dello studente universitario. Ulteriori agevolazioni finanziarie per tutti, priorità nelle vaccinazioni, organizzazione 50/50 come le superiori per vivere l’università”. 

Tra i laureati di Unipa c’è anche Said, di cui abbiamo raccontato la laurea qualche giorno fa. Lui si è laureato in Scienze del Turismo. Viene dal Camerun, ha una passione sfrenata per il calcio e con i suoi studi nel settore turistico spera di poter trovare il coronamento dei suoi sogni.

Erika, Noemi, Luigi, Said: tutti con strade diverse, ma accomunati da una grinta contro un periodo di certo non ottimale per i giovani.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”