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Il 5G fa male alla salute? Abbiamo chiesto all’esperta cosa c’è di vero per la scienza

Con lo sviluppo della tecnologia 5G si diffondono anche diverse bufale a tratti complottistiche e non supportate scientificamente. Abbiamo chiesto all’esperta Cosa c’è di vero per la scienza

Ci siamo rivolti alla professoressa Patrizia Livreri, Docente di Strumentazione e Misure a Microonde del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica dell’Università di Palermo

1. Professoressa, in termini semplici ci spieghi cosa è la tecnologia 5G

Il termine 5G viene utilizzato per indicare le reti di nuova generazione e gli standard successivi a quelli attuali di quarta generazione. Le reti telefoniche, sono classificate in termini di  generazioni in relazione alle diverse funzioni e alle innovazioni tecnologiche introdotte. Siamo passati da reti di telefonia mobile di prima a seconda generazione (2G) senza particolare attenzione alla trasmissione dati e con l’unica differenza che le reti 2G sono completamente digitali. La terza generazione (3G) si è concentrata su videochiamate e Internet e TV in mobilità. Le reti 4G (o anche LTE, Long Term Evolution) sono state progettate per migliorare aspetti come la telefonia via IP (VoIP), le videoconferenze e il cloud computing, oltre che i video in streaming e il gioco online.

2. Se e quali sono i vantaggi dal punto di vista sociale e/o tecnologico

L’innovazione sulla quale si basa il 5G consente di supportare nuove tecnologie emergenti quali Blockchain (smart contract inclusa), Intelligenza Artificiale (AI), Internet of Things  (IoT) incluse le cosiddette comunicazioni di tipo V2V (Vehicle to Vehicle), le automobili a guida autonoma, i robot avanzati e i droni, nonché  i servizi di trasmissione e comunicazione in situazioni di emergenza e di pubblica sicurezza. Il 5G introduce un nuovo concetto di rete user-centric, una rete con requisiti distinti per ogni utente.

La differenza tra il 4G e il 5G in termini tecnici è rappresentata da una migliore qualità del servizio, in termini di banda più ampia, più elevata velocità di trasmissione dei dati (fino a 100 volte più elevata) e di minore latenza (ritardo) della trasmissione dati, consentendo la connessione contemporanea di un elevato numero di smart phone, di dispositivi elettronici e di sensori.

E’ questa la vera rivoluzione del 5G, una delle innovazioni tecnologiche più importanti degli ultimi anni, destinata a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare soprattutto in ambiti importanti come la medicina.

3. Cosa cambia in termini di frequenza/potenza

L’innovazione del 5G riguarda anche le frequenze di lavoro. Lo spettro radioelettrico è una risorsa limitata, e costituisce la base per le tutte le comunicazioni wireless (come il Wi-Fi o i telefoni cellulari). Il nuovo Piano nazionale di ripartizione delle frequenze (PNRF-2018) regola l’utilizzo dello spettro radioelettrico in Italia per tutte le bande di frequenze comprese tra 0 e 3000 GHz, attribuendo ciascuna banda di frequenza ai vari servizi e alle diverse utilizzazioni.  La Conferenza mondiale WRC15 ha stabilito di assegnare al 5G l’uso della banda dei 700 MHz, sottraendolo alla televisione digitale terrestre. Tale banda consente infatti di supportare comunicazioni a banda larga senza fili (broadband mobile) di alta qualità e fornisce allo stesso tempo capacità aggiuntiva e copertura universale, in particolare nelle zone rurali, montane e insulari nonchè in altre zone isolate e per l’uso in ambienti interni e per le comunicazioni tra macchine ad ampio raggio.  Al 5G sono stati assegnati 5 lotti per la banda 700 MHz di cui uno con larghezza di banda 10 MHz e 4 con larghezza di banda di 5 MHz, 4 lotti per la banda 3.7 GHz e 5 lotti per la banda 26 GHz.

L’impiego diffuso e capillare della rete 5G necessita di numerose celle con più bassa potenza rispetto alle stazioni radio base che caratterizzano le generazioni precedenti. La nuova tecnologia sarà caratterizzata non più da una emissione costante di potenza, ma da livelli di potenza che variano in base al numero di utenze da servire, dalla loro posizione e dal tipo di servizio.

4. E’ una tecnologia sicura e testata

Al momento il 5G è in fase di sperimentazione in alcune città italiane. Con riferimento alle generazioni precedenti la sicurezza delle stazioni radio base è stata affermata in base alle misure effettuate in accordo alla normativa vigente. Alla tecnologia 5G non è applicabile la normativa relativa ai livelli di emissione di cui al DPCM 8/07/2003 proprio per il concetto nuovo di rete non uniformemente distribuita sui territori, anzi tale normativa rappresenta un ostacolo alla diffusione del 5G così come lo è stato in alcuni casi per il 4G/LTE.

5. Se esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta tra questa tecnologia ed eventuali patologie

E’ ancora troppo presto per poter parlare di evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta tra questa tecnologia ed eventuali patologie. Con riferimento alle tecnologie esistenti non mi sento di escludere la correlazione con alcune patologie dovute a sorgenti radianti con livelli di potenza elevati o a utilizzo non corretto o eccessivo dei cellulari.

6. Perchè secondo Lei si sta registrando questo allarmismo

La causa di allarmismi è imputabile alla mancanza di equilibrio tra competenze professionali e speaker corner.

C’è una correlazione tra Coronavirus e Rete 5G. Cosa può dirci a riguardo?

Coronavirus e 5G hanno in comune soltanto l’acronimo SARs: Severe Acute Respiratory syndrome per il coronavirus, Specific Absorption Rates, ovvero energia assorbita dal tessuto umano, per il 5G e per le generazioni precedenti di telefonia mobile. Solo la mancanza di competenze può indurre a scrivere coronavirus=5G. Cio’non toglie che sia il Coronavirus che le radiazioni elettromagnetiche possano portare a malattie. Con una differenza:
il coronavirus è annoverato come arma letale, il 5G non lo è.

Prof. Patrizia Livreri Docente di Strumentazione e Misure a Microonde Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica Università di Palermo 

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