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Mozione all’Ars cannabis: “In tutta la Sicilia convenzioni con farmacie autorizzate”

“La richiesta di cannabis a uso terapeutico è una pratica in costante crescita, autorizzata con decreto regionale, perché di notevole efficacia in specifiche patologie. Il preparato, però, ha costi elevati. L’unico soggetto autorizzato alla produzione medica a uso terapeutico è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (Scfm), che non riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale. Per tale motivo ho presentato una mozione all’Ars che impegna il governo a garantire un trattamento più omogeneo in tutte le Asp siciliane (quelle di Trapani e Caltanissetta già prevedono il rimborso delle spese per l’acquisto del preparato)”.

Lo afferma in una nota il presidente della Commissione affari istituzionali dell’Ars, Stefano Pellegrino (FI).

Trapani e Caltanissetta prevedono il rimborso

Pellegrino ha presentato una mozione all’Ars che impegna il Governo a garantire un trattamento più omogeneo in tutte le Asp siciliane. “Ricordo – continua il parlamentare – che quelle di Trapani e Caltanissetta già prevedono il rimborso delle spese per l’acquisto di tale preparato, a carico del Servizio sanitario regionale (S.S.R). Inoltre si chiede l’apertura di un tavolo tecnico che ridefinisca i criteri di approvvigionamento, magari con la stipula di convenzioni con farmacie disponibili. Già in diversi consigli comunali del trapanese si è scelto di andare in tale direzione”.

Marsala la mozione per l’uso terapeutico

A Marsala, i consiglieri Flavio Coppola e Walter Alagna del gruppo Noi marsalesi, hanno promosso una mozione – approvata – che orienta l’amministrazione locale su interventi urgenti in materia di cannabis a uso terapeutico, con rimborsi da parte del S.S.R”. Lo afferma in una nota il Presidente della Commissione Affari Istituzionali, on. Stefano Pellegrino, del gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars.

Cannabis terapeutica

L’utilizzo della cannabis come medicinale, o cannabis terapeutica, è stato introdotto anche in Italia negli ultimi anni. Ma in quali casi si può fare ricorso a questo tipo di terapia e con quali accorgimenti? Ci risponde il Responsabile della Terapia del dolore.


Quale cannabis è considerata terapeutica e quando si può utilizzare? 

Si parla in particolare della “Cannabis FM-2” (contenente THC 5-8% e CBD 7,5-12%), prodotta in Italia in conformità alle direttive europee in materia di medicinali sulla base di un processo produttivo controllato ed eseguito in una officina farmaceutica autorizzata (l’Istituto militare di Firenze) dall’AIFA- Agenzia Italiana del Farmaco. La distribuzione è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, attivo presso il Ministero della Salute. Inoltre da diversi anni alcune farmacie in Italia come prodotto galenico producono già altre formulazioni con concentrazioni di THC fino a 19%.

Come avviene la somministrazione di questi farmaci cannabinoidi?

Il trattamento può avvenire per via orale, come decotto o assunzione di olio oppure per via inalatoria mediante dei vaporizzatori specifici. Pur essendo il dosaggio a discrezione del medico, si consiglia di cominciare sempre da dosi minime, per poi regolarsi in base alle reazioni del singolo individuo. Nel caso si scelga la somministrazione orale di questi farmaci cannabinoidi, il medico dovrà avere cura di indicare anche la quantità di acqua da utilizzare, i tempi e le modalità di preparazione del decotto.

Per quali patologie è previsto l’utilizzo di cannabis come medicinale? 

Si può ricorrere a questa possibilità quando si debbano alleviare dolore (oncologico e non) e disturbi cronici associati a sclerosi multipla o a lesioni del midollo spinale. Può essere indicata per far fronte ad alcuni effetti avversi della chemioterapia, della radioterapia o di alcune terapie per l’HIV. Può essere prescritta anche per malattie reumatiche (artriti, osteoartrosi, fibromialgia) o neuropatie. Inoltre la cannabis è efficace come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia o in pazienti oncologici. Allo stesso scopo può essere prescritta a pazienti affetti da AIDS. La cannabis a uso medicinale può essere impiegata anche per abbassare la pressione arteriosa in caso di glaucoma che resiste alle terapie convenzionali. Ancora: può ridurre i movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Ci sono delle precauzioni da adottare se si assumono cannabinoidi per uso terapeutico?

La cannabis terapeutica non è scevra da inefficacia e da effetti collaterali a livello sistemico come tutte le altre molecole. Inoltre i soggetti con profilo psicologico fragile con storie ed atteggiamenti compulsivi costituiscono un alert nella prescrizione. Per questo è necessaria cautela e uno scrupoloso monitoraggio relativo all’aderenza terapeutica. E’ bene, inoltre, informare in modo dettagliato il paziente su tutti gli aspetti connessi ai cannabinoidi per uso terapeutico.

Chi può prescrivere la cannabis terapeutica?

Qualora lo ritenessero appropriata, i medici ospedalieri dei reparti di anestesia, centri di terapia del dolore, neurologia, malattie infettive, oncologia, oculistica, reumatologia, radioterapia, psichiatria e cure palliative. La terapia avrà una durata di sei mesi, rinnovabile, e la prima prescrizione sarà fatta dentro l’ospedale dopo di che il paziente riceverà una ricetta rossa non ripetibile anche dal medico di famiglia.


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