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Calcio, la crisi del Palermo e la critica alla stampa: a Scienze Motorie si pensa che…

Il Palermo Calcio è in crisi? Purtroppo sì.

Questa è la risposta di qualunque tifoso rosanero, studenti dell’Ateneo compresi, alla domanda di cui sopra. Conducendo un piccolo sondaggio fra gli studenti delle Facoltà dell’Ateneo palermitano, si evidenzia che la fiducia nella squadra palermitana è ai minimi storici; quando si cita l’argomento Palermo, le facce diventano scure e si evita di prendere una posizione ferma, in particolare sulla “questione salvezza”.

Evitando di scendere troppo sul calcistico, c’è da rilevare una sfiducia anche nei confronti della stampa locale, la quale viene accusata di formulare nomi a caso e di associarli alla squadra. Tutto ciò è vero, soprattutto alla luce delle tante “bufale di mercato” elaborate dai giornalisti di tutta Italia. Facendo alcuni esempi, il mancato acquisto di Stefano Sorrentino, ormai da anni associato alla squadra rosanero; l’acquisto dato per fatto di Hernanes (poi andato alla Lazio); nonché quello apparentemente saltato di Ciro Immobile, da tutti (Di Marzio di Sky e Pedullà di SportItalia compresi) dato al 100% in maglia rosanero. Questo destabilizza l’ambiente e fa arrabbiare ancor di più una tifoseria già ai minimi termini con la società, in particolare con i vertici di essa, ovvero con Maurizio Zamparini e Guglielmo Miccichè.

Allora abbiamo posto una domanda a due studenti di Scienze Motorie, maggiori aspiranti ad una specialistica nell’ambito sportivo: «Come giudicano l’operato della stampa, soprattutto alla luce della crisi della squadra e alla luce degli umori della tifoseria?».

Alla domanda hanno risposto gli studenti Jean Claude Vella ed Arvin Joogosing.

Arvin non sembra seguire parecchio il Palermo, anche perché si è subito dichiarato tifoso del Milan; tuttavia segue molto il calcio e le dinamiche del calciomercato. Alla domanda sui mass-media lui risponde così: «C’è sicuramente da dire che i giornalisti fanno di tutto per gli ascolti e per vendere giornali, anche sparare nomi a caso, come per esempio l’accostamento Strootman – Milan, il quale per i costi dell’operazione e per la disponibilità del Milan, è un’operazione quasi impossibile».

Jean Claude, invece, non segue proprio il calcio in se, tuttavia legge molto i giornali e conosce lo stile un po’ “fantasioso” di alcuni giornalisti, sportivi e non: «In qualche modo devono pur tirare avanti. È ovvio che molti nomi vengono fatti per vendere i giornali; per i giornalisti più importanti, il calciomercato è un modo per stare al centro dell’attenzione e fare parlare di sé, soprattutto fra i tifosi delle grandi squadre. Ti faccio un esempio: se girassero molti soldi con conseguente vendita di testate giornalistiche di uno sport in cui si tirano pietre in un laghetto, i giornalisti starebbero tutto il giorno a parlare di sassi. È sicuramente indelicato nei confronti dei tifosi di una squadra in difficoltà parlare di tanti nomi e poi non vederne arrivare nemmeno uno, ma purtroppo è il loro lavoro. Quelli semmai che sbagliano sono i tifosi stessi che contribuiscono a fare girare le notizie, mi riferisco in particolare agli amministratori delle fanpage delle varie tifoserie».

L’opinione di Serena, invece, è quella tipica di ogni tifoso del Palermo in questo momento, sfiduciata e speranzosa allo stesso tempo: «Senza adeguati rinforzi a Gennaio rischiamo seriamente di scendere in Serie B. In questi anni Zamparini ha distrutto diverse volte la nostra squadra, per poi ricomporla ogni volta. Il 29 maggio 2011 però è cambiato qualcosa, si è chiuso un ciclo e non è ricominciato un bel nulla, anzi si è continuato a scomporre una squadra già all’osso. Bastava una politica di mercato oculata ogni anno, cercando di tenere i migliori ed integrandoli con 1-2 acquisti sensati; la nostra squadra sarebbe stata sicuramente una delle migliori in Italia e in Europa. Ora invece siamo con un piede nel baratro! Servono signori giocatori per riaggiustare questa stagione e spero che alcuni di quelli che circolano possano essere veri. In questo senso i giornalisti hanno sbagliato tante volte i nomi del mercato del Palermo, speriamo che questa volta qualcuno lo prendano sul serio».

Il sottoscritto che vi scrive si limita a dire che i giornalisti dovrebbero essere più coerenti. È quantomeno inappropriato insistere su nomi che girano da quattro anni, prendendo in questo modo in giro una tifoseria già ampiamente arrabbiata. A mio modesto parere, andrebbe fatta un tipo d’informazione coerente con quelle che sono state le campagne acquisti precedenti del Palermo, ovvero dedite alla sobrietà e agli investimenti su mercati “giovani”, come ad esempio quello argentino.

È, inoltre, inutile pensare che il Palermo faccia così tanti acquisti, soprattutto pensando alle scarse risorse economiche della società di Viale Del Fante, ma anche a tutte le crepe strutturali di una squadra costruita male e che quindi deve sanare le sue crepe principali per sperare di salvarsi.

Per ripartire ci sarà tempo, soprattutto con un’attenta programmazione quinquennale, prendendo esempio da molte società importanti che a livello europeo fanno questo tipo di pianificazione. Per il resto spero che il Palermo si salvi e faccio i miei migliori auguri alla squadra, al mister e al capitano Fabrizio Miccoli, di condurre un girone di ritorno all’insegna della combattività e della voglia di vincere.

Avanti ragazzi!

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A proposito dell'autore

Pietro Minardi (Palermo – 10/04/1990) è un attivista palermitano che opera sul piano politico - sociale. Studente di scienze motorie, dedica la maggior parte del suo tempo libero all’attivismo a 360 gradi (segnalazione disservizi, raccolte firme, etc.), alla sua attività di blogger e alla sua passione per il Palermo. Per lui scrivere è più di un passatempo, è il mezzo per diffondere conoscenza e informazione, strumenti necessari per la vita di tutti i giorni. Conduce la sua attività di blogger già dal 2009, scrivendo su svariati temi, dal debito pubblico alla battaglia dei tifosi contro la tessera del tifoso. Da sottolineare, in particolare, il suo impegno e la sua battaglia per difendere i diritti dei meridionali, troppe volte calpestati e ignorati dai media nazionali.