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Cari universitari, avete le chiavi del futuro: emulate Falcone, Borsellino e Cassarà

L’idea di rivolgermi direttamente a voi è nata dopo aver ricevuto un invito a partecipare ad una lectio magistralis su Cosa nostra, che si terrà a metà gennaio in una prestigiosa università italiana. Alla lezione sarà presente un notissimo magistrato di Palermo.

Non è la prima volta che prendo la parola innanzi agli studenti universitari. E, poiché sono distante dal capoluogo siciliano, ho deciso di scrivervi. Intanto, vi prego di gradire sinceri e affettuosi auguri di Buone Feste, a voi e a tutti i vostri cari.

Voi siete il “nuovo che avanza”. Lo affermo, perché sono sicuro che voi rappresentate quello che la mia generazione non è stata capace di porre in essere, ovvero quel cambiamento necessario per giungere ad una Sicilia libera da condizionamenti mafiosi. Ho ben donde di parlare di cose di mafia, perché la mia vita lavorativa ed ora anche da pensionato è stata ed è improntata alla ricerca di una legalità possibile per questa martoriata Palermo.

Tra di voi, di certo, ci saranno prossimi professionisti del Diritto penale: qualcuno indosserà la Toga, altri diventeranno avvocati ed altri ancora – perché no – sbirri come me. Ecco, a voi che sceglierete la strada della Giustizia, vi chiedo di tenere sempre in mente che persone oneste, integerrime e di specchiata moralità, si sono distinti nel magma melmoso di una società gretta e opacizzata da egoismi personali.

Se dovessi elencare tutti i galantuomini siciliani che hanno contribuito a scuotere le coscienze dei siciliani onesti, dovrei usare un fiume d’inchiostro ed è per questo che mi limito a citare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Ninni Cassarà. Di loro si è scritto e parlato molto. Ormai credo che nell’immaginario collettivo rappresentino una pietra miliare per le persone dotate di intelletto morale.

Io, da semplice manovale del Diritto, ho avuto la fortuna di assisterli nel loro lavoro e posso solo aggiungere che l’Italia non meritava di perderli in siffatta maniera e così repentinamente. Il loro sorriso, la loro gioia di vivere, la loro immensa conoscenza dell’animo umano, soprattutto quando insieme interrogavamo killer o capi mafia, sono stati per me il viatico dell’intera mia vita investigativa.

E, quindi, cari miei corregionali e concittadini palermitani, vi prego di emulare le gesta di alta professionalità dimostrata da loro: abiurate con tutte le vostre forze l’urlo delle sirene che v’inviteranno ad un percorso triviale e al di fuori della Legalità. Voi tutti, futuri Dottori, avete l’opportunità di cambiare la nostra Italia, la nostra cara Sicilia e allora fatelo partendo anche dalle minuzie giornaliere, ossia sradicando quel che sono le illegalità diffuse.

Date una spallate ferma e decisa per abbattere il muro di gomma che ancora oggi, ahimè, impedisce di realizzare quel bel pensiero di Paolo Borsellino: «Gioirsi della bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale».

Io sono stato “cacciato” via da Palermo, mia città natia, ma il mio impegno e il mio cuore sono sempre e comunque a lei rivolti. A me farebbe piacere parlarvi direttamente come faccio nelle scuole di ogni ordine e grado di mezza Italia e chissà che ciò non possa accadere. Ora non mi rimane che salutarvi con cordialità e affetto: a voi consegno le chiavi che mi consentono di aprire il cuore di tanti studenti, ed è la MEMORIA. Guai a dissiparla, nasconderla o dimenticarla.

Con affetto Pippo Giordano.

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A proposito dell'autore

Pippo Giordano è un ex ispettore della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Palermo, in prima linea nella lotta a Cosa Nostra negli anni Ottanta. Oggi è in pensione, è un nonno felice che gira l’Italia, andando nelle scuole a parlare di criminalità organizzata e legalità, di Falcone e e Borsellino, della sua esperienza e dei suoi colleghi uccisi dalla mafia. Ha collaborato con il giudice Borsellino fino al 17 luglio 1992, due giorni prima dell'attentato di via D'Amelio.

2 Risposte

  1. Giovanni

    Non sono bella parole ma parole vere. Il che è più importante

  2. paolo senzani

    speriamo che nel 2013 qualcosa di buono avvenga, comunque continuero’ a sperare
    tanti auguri Pippo a tutta la tua famiglia e alla tua nipotina paolo