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Che facciamo a Capodanno?

Questo capodanno non si potrà festeggiare come le altre volte. No. Almeno per quest’anno scordiamoci la discoteca a capodanno negli hotel, scordiamoci quei 30€ – minimo – per una serata a  cavallo tra due anni solari a ballare e bere agli open bar (ove era possibile). Scordiamoci quei cenoni negli hotel in cui andavano intere famiglie con marmocchi rumorosi – e talvolta passeggini – al seguito.

Capodanno. Le vecchie abitudini

La prassi di tutti noi, fino ad un anno fa esatto, circa, era la seguente: scandagliare inizialmente la rete per capire dove si fanno feste, quanto costavano, in quanti si poteva andare. Questa era la fase uno. La fase due: se la serata di capodanno in discoteca era abbordabile dal punto di vista economico, si raccoglievano le quote – le caparre, se si doveva saldare in loco – e si decideva una vera e propria tabella di marcia; “partiamo alle 22, arriviamo mezz’ora dopo” poi perdi altri venti minuti per cercare e trovare parcheggio – magari di più – e arrivi in discoteca a ridosso della mezzanotte. Amen.

I più scalcagnati e con pochi picciuli – anzi no, i più ingegnosi – andavano nelle casette in campagna: chi e quanti invitare era la prima domanda da porsi, poi si decideva cosa bere, poi sistemare delle casse, un computer, qualche cavo elettrico e si trovava il DJ tra gli amici. Si faceva la spesa a ridosso di giorno 30 o 31 dicembre e poi si tiravano le somme su quanto spendere a persona. Il più delle volte non si superavano i 10 €.

E i gruppi Whatsapp sul capodanno?

In entrambi i casi, per tutte le tasche, si facevano i proverbiali gruppi su WhatsApp: si aggiungevano i più fidati, magari con i fidanzati e le fidanzate a seguito, all’ultimo, venivano aggiunte – il più delle volte – le ragazze con le quali magari qualcuno ci voleva provare. In maniera galante, spero. Poi, all’ultimo, proprio, gli amici collaterali. Chiunque si ritrovava a propria insaputa in gruppi sconclusionati formati da persone altrettanto sconclusionate in cui – a tempesta – si proponevano le serate di capodanno. Mandavi messaggi, “c’è un equivoco!!” non sapevi cosa rispondere, non sai COME rispondere, perché magari avevi anche l’imbarazzo della scelta, ma la paranoia di non sapere cosa fare a capodanno col timore di deludere l’uno o l’altro amico ti prendeva a tradimento.

In ogni caso sappiamo che epr quest’anno non ci sarà nessun gruppo “Capodanno 2020”, tranne che per programmare qualche videocall.

Adesso, con le nuove disposizioni in vigore in materia di salute ed igiene pubblica, non potremo fare tutto questo. Rimarrà una sola cosa: i messaggi d’auguri. Piacciano o no, ti arriveranno, anche se non uscirai ad ubriacarti per l’anno nuovo, da persone care o non care.

Eppure sarà comunque capodanno: non ti sveglierai il tardo pomeriggio del 1° gennaio con la sensazione di esserti svegliato dopo un velocissimo viaggio nel futuro durato qualche ora dall’ultima notte dell’anno al primo tramonto dell’anno nuovo; ti sveglierai semplicemente sì, in un nuovo anno, ma con la sensazione di aver rispettato tutte le leggi senza essere uscito durante il coprifuoco, senza aver usato botti proibiti, ma soprattutto senza aver preso il covid-19.


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A proposito dell'autore

Paolo La Scala, classe 1988, palermitano un po' alla torinese e un po' alla romana. Laureato in storia contemporanea, ricercatore storico, polemista, libero scrittore.