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È boom di sbattezzi in Italia, cosa deve fare chi vuole recedere dal proprio battesimo

Sbattezzarsi non è così complesso come può sembrare ed è un’azione che non richiede molti tempi burocratici. In Italia, dopo le dichiarazioni del Vaticano, che ha riesumato il Concordato con l’Italia, molti fedeli hanno deciso di tagliare i ponti con la Chiesa, escludendo il primo dei sacramenti conferiti in tenera età.

Nel Bel Paese, addirittura, esiste un’associazione dedita proprio ad aiutare a “sbattezzare le persone”. Il suo nome è Uaar (Unione degli atei agnostici e razionalisti). Nonostante non si conoscano i numeri reali appieno, l’Uaar sostiene che dalla fine degli anni Novanta almeno 100mila persone hanno richiesto la pratica. Mentre negli ultimi anni il numero di neonati battezzati è sceso sotto al 70% delle nascite.

Come sbattezzarsi

Per eliminare il proprio battesimo serve una lettera, che deve essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, via email o via fax, purché si conoscano l’indirizzo di posta elettronica o il numero di telefono. In questo caso è importante farsi lasciare una ricevuta firmata dal parroco che attesti la consegna del documento. Per la giurisprudenza italiana spetta al parroco e a nessun altro di procedere con lo sbattezzo.

Per poter essere sbattezzati occorre aver compiuto almeno 16 anni. Altrimenti serve l’autorizzazione dei genitori. Basta inviare una lettera al parroco della parrocchia in cui si è ricevuto il battesimo, esprimendo la propria volontà di non far più parte della Chiesa cattolica. In tale link d’esempio si può trovare una lettera tipo, contenente i dati essenziali per l’esito positivo della richiesta.


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È boom di sbattezzi in Italia: cosa si deve fare

Se non si conosce la parrocchia di battesimo, si può effettuare una ricerca sul portale della Conferenza episcopale italiana o chiedere aiuto a Uaar, tramite il loro indirizzo mail. In alternativa si può richiedere alla parrocchia dove si è effettuata la comunione, la cresima o addirittura dove si è svolto il proprio matrimonio, chiedendo la comunicazione dei dati relativi alla parrocchia dove si è ricevuto il battesimo.

Secondo la legge italiana le parrocchie sono obbligate a rispondere alla richiesta di sbattezzo entro 15 giorni dalla ricezione della legge, attraverso una lettera con cui confermano di aver annotato sull’atto di battesimo e sul registro dei battezzati, quanto richiesto dallo “sbattezzando”. Nel caso di mancata riposta dall’autorità religiosa, si può fare ricorso al Garante dei dati personali. Anche in questo caso l’Uaar offre la propria assistenza. Il ricorso è gratuito e può essere effettuato tramite reclamo o segnalazione.

Richiedere lo sbattezzo non influisce in alcun modo sul proprio matrimonio, se ci si è sposati in Chiesa. O sui sacramenti di altri nel caso si abbia avuto il ruolo di testimone di nozze o di padrino o madrina di battesimo o cresima. Inoltre non è dovuto alcun contributo in denaro per le spese sostenute dalla parrocchia per procedere allo sbattezzo.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”