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Mafiosi accademici: i boss di Cosa Nostra iscritti a Lettere, Economia e Scienze

La puntata di Report di stasera mette in luce un fenomeno sorprendente ma anche preoccupante: molti boss di Cosa Nostra sono attualmente iscritti all’università e stanno dimostrando di essere studenti modello, grazie al regime del 41 bis.

Il Fatto Quotidiano ha recentemente riportato un elenco di mafiosi italiani iscritti all’università, che ha fatto scalpore in tutto il Paese. Nonostante le condizioni estreme in cui vivono, questi boss di Cosa Nostra sono stati in grado di trovare la motivazione per studiare e ottenere ottimi risultati accademici.

Secondo il pubblico ministero Sebastiano Ardita, i boss mantenevano delle iscrizioni in sedi universitarie molto distanti da quelle in cui si trovava il carcere, fino a 2.000 chilometri di distanza, per richiedere trasferimenti. Tuttavia, questa notizia rappresenta anche una vittoria per coloro che credono nell’importanza dell’istruzione e della formazione come strumenti per migliorare la propria vita.

L’elenco dei mafiosi accademici è vasto e comprende personaggi illustri come Pietro Aglieri, iscritto a Lettere con una media del 30 e lode, e Filippo Graviano, laureato in Economia con 110 e lode. Anche il fratello Giuseppe, alias Madre Natura, sta ottenendo voti eccellenti in Scienze. Tuttavia, non tutti i boss sembrano altrettanto impegnati: Giovanni Riina, figlio di Totò ‘U Curtu, è immatricolato a Giurisprudenza dal 2015 ma ha fatto solo l’esame di Diritto Costituzionale.

Questa notizia solleva molte domande e riflessioni, tra cui l’importanza dell’istruzione e dell’accesso all’istruzione in ogni contesto, anche in quello delle carceri. Tuttavia, è preoccupante pensare che alcune di queste iscrizioni universitarie siano state utilizzate come scusa per richiedere trasferimenti di prigione, e che i mafiosi possano utilizzare la loro istruzione per continuare a operare all’interno delle organizzazioni criminali.

In ogni caso, è importante che le autorità continuino a monitorare attentamente queste situazioni e che tutti gli studenti universitari, compresi i mafiosi, siano giudicati solo in base ai loro meriti accademici. Questa notizia ci fa riflettere su come, nonostante le difficili condizioni di vita, alcune persone siano ancora in grado di trovare la motivazione per impegnarsi e studiare.

In conclusione, l’iscrizione all’università di questi mafiosi rappresenta un fenomeno che suscita curiosità e preoccupazione allo stesso tempo. Tuttavia, ciò che è importante è che tutti abbiano la possibilità di accedere all’istruzione e che essa sia giudicata solo in base ai meriti accademici.

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