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Palermo, individuati i vandali del Teatro Massimo: sono tutti minorenni

Qualche giorno fa avevano deturpato una delle colonne esterne del Teatro con alcune scritte. Adesso i vandali, tutti minorenni, sono stati rintracciati dai carabinieri che sono sulle loro tracce.

Il loro vile gesto aveva indignato tutti quanti. Si sa, per i Palermitani (e non solo) il Teatro Massimo è un luogo sacro, intoccabile. Oltre al suo immenso valore culturale, infatti, da sempre il Teatro, con le sue alte colonne e la sua scenografica scalinata, rappresenta il simbolo della città di Palermo, gioiello prezioso da custodire. Lo stesso che, pochi giorni fa, una baby-gang ha oltraggiato.

Teatro Massimo: è caccia alla Baby-gang

L’indagine, partita dalla visione di alcune fotografie apparse sui social e dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nell’area del teatro, ha consentito di individuare i responsabili. Si tratterebbe di 4 minorenni, due dei quali quasi 14enni. Scattata già la caccia ai giovanissimi responsabili.


Leggi anche: Palermo, Teatro Massimo imbrattato con scritte: caccia ai vandali


Le dichiarazioni del Sindaco Orlando

Esprimo grande apprezzamento ai carabinieri della Stazione Centro che in pochissimo tempo hanno individuato i responsabili degli atti vandalici ai danni del Teatro Massimo, patrimonio artistico non solo della cultura palermitana ma mondiali” dichiara il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, ringraziando i militari per il loro impegno. “Inoltre – continua il sindaco- faccio appello ai giovani palermitani affinché abbiano sempre cura della loro città. L’importante ruolo della scuola e delle famiglie nell’educazione dei ragazzi è fondamentale per trasmettere quei valori che stanno alla base del rispetto della comunità”.

Le pene previste

Il reato contestato ai vandali minorenni è il 639 del codice penale: “Deturpamento e Imbrattamento di cose altrui”. Poiché commesso su cose di interesse storico o artistico, comporta, qualora gli odierni indagati dovessero risultare colpevoli al termine dell’iter giudiziario, la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da mille a tremila euro.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.

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