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“Stories di mafia”, la lotta a Cosa nostra raccontata su Instagram

Arriva su Instagram “Stories di mafia – Tutto quello che so e che voglio raccontare anche a voi”, ad opera dell’ex Presidente del Senato Pietro Grasso. Brevi video e didascalie in cui l’ex Procuratore nazionale antimafia, che lavorò a fianco di Falcone e Borsellino, racconta tutto quello che ha imparato nei suoi anni di lotta alla mafia. Qui il link.

Stories di mafia, Grasso: “Tutto quello che so e che vorrei sapeste anche voi”

Pietro Grasso presenta così il suo nuovo progetto sui profili social:

Per tutta la vita ho affiancato al mio lavoro gli incontri nelle scuole e ad eventi pubblici. Lo faccio ancora, perché penso che le storie che sono venuto a sapere, quello che ho visto succedere riguardo la mafia e le persone che l’hanno combattuta, debbano essere condivise e conosciute da più persone possibili. L’ho fatto coi libri, in tv, e da oggi ho deciso di farlo anche qui, di aprire un dialogo con tutti voi. Parliamone insieme”.


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Stories di mafia: gli episodi

Tra le Stories già narrate, sul profilo Instagram troviamo “La prima vera strage di mafia”, quella di Portella della Ginestra, del 1° maggio 1947. Nel comune di Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, la banda criminale del bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla di contadini, riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti. Un altro episodio è invece dedicato al ricordo del Capitano Emanuele Basile, amico di Paolo Borsellino, ucciso da Cosa nostra la sera del 3 maggio 1980, mentre con la figlia e la moglie aspetta di assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocifisso a Monreale.

Pietro Grasso: una vita dedicata all’antimafia

La prima indagine di mafia seguita da Grasso fu quella inerente al delitto Mattarella. Da lì, ne seguirono molte altre. La più grande sfida, indubbiamente, fu il Maxiprocesso, dove ebbe l’occasione di conoscere meglio Falcone e Borsellino, due colleghi che divennero presto anche due grandi amici. Proprio con Falcone, lavorò a Roma come consigliere nella Direzione affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia, disegnando fianco a fianco nuove strategie di coordinamento contro la criminalità organizzata. Dalla morte dei due magistrati, Grasso giurò che nulla sarebbe stato vano, e che avrebbe speso ogni energia per ricostruire la verità sulle stragi. Nel 1999 tornò a Palermo come Procuratore Capo. Sotto la sua direzione, dal 2000 al 2004, furono arrestate 1.779 persone per reati di mafia e 13 latitanti. Nel 2006, divenuto già da un anno Procuratore nazionale antimafia, il suo successo più grande ed atteso: l’arresto del latitante Bernardo Provenzano.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.