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Studentessa escort: “Non è prostituzione, guadagno fino a 6 mila euro al mese per pagarmi l’università”

Ha 20 anni, studia all’Università, in particolare alla facoltà di Economia. Nel tempo libero arrotonda facendo la escort, guadagnando circa 6 mila euro al mese. Soldi che in futuro le serviranno per fondare una start up, dice. Insieme a lei anche l’amico di Scienze Politiche e la coinquilina che frequenta il Conservatorio, tutti più o meno nel giro.

Ma a loro la parola “prostituzione” non piace. “Il marciapiede non lo vediamo neanche da lontano, ci mancherebbe. In strada ci sono le vittime della tratta, noi facciamo tutta un’altra cosa — chiariscono subito —. Ci iscriviamo sui siti di incontri e ci proponiamo come sugar baby. Vendiamo esperienze e non c’è disparità di potere perché noi abbiamo la giovinezza, loro il denaro”.

I loro sono veri e propri incontri reali e non virtuali: “La prestazione sessuale è il cuore di un accordo che però non si esaurisce lì, comprende anche altro — prova a spiegare la studentessa del Conservatorio —. Una sorta di relazione, ma finta, perché dell’altro in realtà non me ne importa niente».

E da un anno a questa parte è cresciuto esponenzialmente il lavoro in tal senso: “C’è tantissima domanda, anche adesso in tempo di Covid. Quindi possiamo permetterci di selezionare solo chi ci interessa, dire se a quelle condizioni ci va bene oppure no. Accompagnarli è una nostra scelta”.

Studentessa escort per 6 mila euro al mese: “Così mi pago gli studi e una casa comoda”

“Io ho cominciato questo lavoro due anni fa, lo farò ancora per quattro o cinque, non di più – racconta la studentessa universitaria – Mi rifiuto di abitare in un bilocale di periferia in quattro, così invece posso stare appena un po’ più comoda, mi pago gli studi e soprattutto metto da parte i soldi che mi serviranno per fondare una start up o aprire un negozio tutto mio, invece che restare disoccupata”.

“In questo modo guadagno più di seimila euro al mese”. “La vita mi ha dato poche risorse, tra queste la bellezza, la metto al servizio di quello che mi serve. Vorrei chiarire che non sono soldi facili, è un lavoro molto faticoso, anche per la cura di sé. Non solo del corpo, devi curare anche la mente, perché ti preferiscono di buon umore. E non ti puoi innamorare di nessun ragazzo, o questo lavoro non lo riesci più a fare”.

Storie del genere a sentirle fanno rabbrividire. Ma soprattutto dovrebbero farci riflettere, ancora una volta, sul perché è necessario investire di più sui giovani e sul diritto alla studio…

Fonte Il Corriere della Sera

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