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Caldo a Palermo, attivista contro lo sfruttamento dei cavalli in centro: “Ora basta”

Il caldo non lo soffre solo l’essere umano, ma anche gli animali. In questi giorni di picchi vicini ai 40 gradi l’allerta sale per i disagi legati ai cavalli presenti in centro a Palermo, che guidano le carrozze turistiche. Già lo scorso era morto un equino proprio a causa delle temperature elevate e la fatica fisica del trasportare turisti.

Una giovane attivista palermitana di nome Vera Battaglia, attraverso un post su Facebook, ha cercato di smuovere la comunità palermitana e il Comune ad attuare delle restrizioni, come lo scorso anno, a coloro che guidano le carrozze con cavalli per le vie del centro.

Ecco il suo messaggio:

“Avete caldo? Si muore, vero? Questo appiccicume è insopportabile, no? Vi prego dì immaginare di trainare, in questa città infuocata, carrozze guidate da panzoni inumàni e cariche di turisti obesi e indolenti, magari mentre vi frustano.

È così che vivono i cavalli in questa città rozza. Animali puri e nobili, dal cuore immenso. Nessuno nota nemmeno le loro facce atterrite, spesso ridicolizzate da berrettini folcloristici, ingobbiti, storti e sofferenti; poveri protagonisti di un dolore silente e ineludibile tanto da apparire “normale”.

Non c’è assolutamente nulla di normale nel ridurre gli animali a macchine da reddito, non c’è niente di “tipico” nella tortura di un essere senziente! Sono solo usanze barbare, riti stantii che una società “evoluta e civile” come si autoreferenzia la nostra non può più permettere!

Per quanto il mio sogno sia di vedere carrozze a trazione umana, suggerisco di dare degli incentivi per i super tipici cosiddetti “lapini” e farla finita co ste torture da medioevo prima possibile. L’anno scorso abbiamo fatto intervenire l’attivista Enrico Rizzi per provare a rompere il muro del silenzio sul fenomeno.

Aiutatemi a capire a chi rivolgersi per proporre un’ordinanza immediata per vietare questo strazio disumano”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”