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Le rappresentanze studentesche chiedono abolizione dell’esame di abilitazione per Farmacia e CTF

Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Younipa.it

I rappresentati dei corsi di studio in Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche degli atenei Siciliani di Messina, Catania e Palermo uniscono le forze per richiedere in maniera univoca l’abolizione dell’esame di stato per l’abilitazione alla professione di farmacista, con la conseguente istituzione della laurea abilitante sia in farmacia che per CTF

Damiano Licciardello, in rappresentanza degli studenti dell‘Università di Catania, ci ha così spiegato:
“Abbiamo da pochi giorni creato questo coordinamento regionale siciliano scegliendo di unire la voce della Sicilia. nella richiesta di riconoscere il titolo di laurea in Farmacia ed in CTF direttamente abilitante senza la necessità di dover quindi sostenere l’esame di Stato. Stesso iter previsto per il titolo di laurea in Medicina e Chirurgia”
In questo caos sanitario e sociale, generato dall’emergenza Coronavirus, appare infatti impossibile per i neolaureati poter sostenere tale esame che consterebbe di ben tre prove così suddivise: una prova scritta, due prove di laboratorio ed una prova orale.
“Purtroppo per ora non si hanno ancora notizie definitive al riguardo. Di fatto si stanno ancora valutando anche altre possibilità come quella di eliminare tutte le altre prove prevedendo la sola prova orale tramite piattaforma online. A questo punto sarebbe opportuno mettere in luce anche l’aspetto prettamente economico che comporterebbe un vero e proprio problema pecuniario. L’iscrizione all’esame di Stato prevede infatti una tassa onerosa che ammonta ad euro 500. Tali costi sarebbero giustificati dalle prove di laboratorio e, pertanto, non dovrebbero trovare giustificazioni tramite piattaforma online”

Matteo Favazzo, membro dell’associazione Intesa Farmacia dei corsi di studio in Farmacia dell’Università di Palermo

Anche Matteo Favazzo, membro dell’associazione Intesa Farmacia dei corsi di studio in Farmacia dell’Università di Palermo, a tal proposito ha messo in luce una problematica di non poco conto:
“E’ semplice capire che in Italia stiamo vivendo un momento particolare che mette in luce un problema ben più radicato: l’eccessiva burocrazia. Mai come in un momento come quello che stiamo vivendo la burocrazia va a danneggiare un sistema che risulta essere di fondamentale importanza. Le farmacie, in particolare, risultano essere il primo presidio sanitario sia nelle grandi città che nei piccoli paesi svolgendo un ruolo di filtro determinante nell’evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere”
Una classe, quella dei farmacisti, che sta combattendo in prima linea a supporto di medici ed infermieri nella battaglia contro il Covid-19 e che risente, pertanto, degli stessi rischi dovuti all’esposizione che tutto il personale sanitario sta correndo in questo periodo.
“Moltissimi neolaureati potrebbero dare una mano concreta facendo da supporto ad una classe, quella dei farmacisti, che è stata fortemente colpita dall’emergenza sanitaria. La nostra richiesta si basa sul fatto che gli studenti del corso di laurea in Farmacia ed in CTF, prima del conseguimento del titolo di laurea, svolgono un tirocinio consistente in 900 ore di lavoro presso le farmacie. L’esame di Stato è quasi superfluo in quanto la vera esperienza sul campo viene da noi maturata durante il percorso di studi quinquennale”

Paolo Corrente fondatore dell’associazione GEA-UNIVERSITAS di Messina

Anche Paolo Corrente, fondatore dell’associazione GEA-UNIVERSITAS di Messina, a tal proposito ha portato la sua tesimonianza diretta in qualità di laureando mettendo in luce una problematica ulteriore:
Io sono un laureando e sto vivendo questo disagio in prima persona. Mi preme sottolineare che tale richiesta non guarda solamente al presente ma è proiettata anche al futuro. Stiamo vivendo un disagio che mette in luce l’arretratezza del sistema sanitario italiano. Il nostro fine è quello di mettere un primo mattoncino per la costruzione di un nuovo futuro. Speriamo che l’esame di Stato venga eliminato definitivamente in quanto le 900 ore, per la precisione, sono state più che formative. La Sicilia è unita in questa richiesta e attendiamo speranzosi una risposta positiva da parte del Governo”

“Mi preme sottolineare, però, che le date attualmente fissate per l’esame di Stato, inizialmente previsto per il 20 Maggio, potrebbero essere di fatto penalizzanti per alcune Università. Attualmente, infatti, l’arco temporale previsto per l’iscrizione va dal 20 Giugno fino al 16 Luglio. Questo mette in luce una discrepanza: non tutti i neolaureati delle diverse università potranno effettivamente iscriversi a causa delle diverse date previste per la sessione di laurea“
“Ad esempio a Messina la sessione di laurea di Luglio si svolgerà dal 20 al 31 Luglio. I neolaureati a Messina, quindi, non potranno iscriversi in tempo per l’esame di Stato. Il contrario, però, sarà invece possibile per i neolaureati di altre regioni le cui date di discussione della tesi sono sono antecedenti al 16 Luglio”

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