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Lettera al ministro Carrozza: “Sempre meno i medici formati in Italia”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il dottor Paolo Rossellini, Medico Chirurgo Specialista in Medicina Generale e in Neurologia, ha inviato a [email protected].

Chiarissima Prof.ssa e Onorevole Ministro Carrozza,

ho letto l’intervista rilasciata a La Repubblica e sottopongo alla sua attenzione alcune osservazioni. Rilevo la tardività dell’attuale D.M., nutrendo seri dubbi sull’applicabilità della valutazione dei percentili di merito nel punteggio (sarebbe stato più onesto la valutazione dei voti degli ultimi tre anni).

Sono convinto inoltre dell’assurdità dei test di ingresso attuali che dovrebbero selezionare gli studenti per l’accesso alla Facoltà di Medicina analogamente a quanto è stato fatto in USA: la differenza è che in Italia non esiste lo stesso percorso formativo esistente negli USA dove il test giunge alla fine di un percorso formativo interessante gli ultimi tre anni di formazione della scuola superiore (con un taglio tecnico, che non ha nessun riscontro nel nostro attuale sistema scolastico).

Migliore l’altra proposta (modello francese) da lei delineata per l’anno prossimo: si selezionerebbero gli studenti sulla base di un esame al termine di un anno universitario propedeutico. In questo caso sarebbe reso maggior valore al merito fornendo agli studenti la possibilità di saggiare la propria affinità psico-intellettiva, su un programma, ben dettagliato e noto, più valido di quello attuale, alquanto vago, a cui la maggior parte delle scuole italiane non prepara in maniera sufficiente.

Attualmente mi risultano assurdi i test di logica e cultura generale. Ha mai letto i test? Non so se la cultura di un futuro medico si può giudicare in base alla conoscenza dell’evento che era in corso a Roma durante il blackout del 2003 o della rapidità di risposta ai test? La mia ventennale esperienza mi conferma come non sia la rapidità di azione la caratteristica essenziale di un medico bensì una sua certa capacità riflessiva necessaria per risolvere nel migliore dei modi le situazioni più complesse

Non concordo con la sua affermazione circa la necessità del numero chiuso: nel caso della professione medica si creerà nei prossimi 10 anni (dati ufficiali FIMMG e FNOMCeO) un deficit di 15-20.000 medici: quest’ anno in Italia c’è stata la prima storica flessione di iscritti agli ordini dei medici e, se il rapporto numerico medico/paziente risulta in Italia abbastanza elevato, è pure vero che il 34% di iscritti risulta ultrasessantenne.

La realtà attuale dimostra quanto siano molto poco numerosi i medici formati in Italia che decidono di emigrare all’estero rispetto a quelli stranieri attualmente assunti dal Sistema Sanitario Nazionale: vada dei nostri pronto soccorso e ospedali e anche tra i medici di continuità assistenziale e scoprirà quanto il nostro SSN ricorra a presenze estere!

La realtà è che lo Stato italiano in questi anni sta abdicando dalla funzione formativa della nostra classe dirigenziale medica, risultando molto più economico assumere un medico straniero già formato!

Fiducioso nella sua professionalità e competenza, mi auguro che nei mesi futuri possa operare al meglio nel rispetto delle reali necessità dello Stato Italiano.

dott. Paolo Rossellini

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