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L’importanza di vaccinarsi

Da settimane sui social gira la foto di due bambini che vengono ritratti insieme. Con molta probabilità avranno la stessa età. E’ una foto datata. Uno ha contratto il vaiolo, il secondo no. Eppure stanno attaccati e senza pericolo di contagio. Il bambino ricoperto da chiazze e protuberanze non ha preso il vaccino contro il vaiolo, per motivi che la foto non può definire, il secondo sì. Ecco perché può stargli vicino senza contrarre il virus. Questa immagine vale più di mille parole e spiega che i vaccini, se certificati dalla scienza, vanno fatti. I vaccini sono simbolo di sviluppo. Se un tempo le persone morivano di vaiolo, oggi nessuno lo contrae perché esiste qualcosa che preserva e protegge dal prenderlo. E sentire dire in certe manifestazioni che il vaccino equivale ad acqua di fogna fa male alla storia, alla scienza, alla verità.

Il post che gira sul vaiolo

“Non bisogna trattare la scienza come politica. Questa foto scattata dal Dottor Alan Warner, presso l’ospedale di Leicester nel 1901 ritrae un bambino che è stato vaccinato contro il vaiolo ed un altro che non era stato vaccinato. Il vaccino del vaiolo è stato il primo vaccino creato al mondo da un inglese di nome Edward Jenner nel 1796, forse per questo non vediamo più oggi immagini come queste, poiché è una malattia che è stata debellata grazie a un vaccino. Quando incontrate un No Vax fategli vedere questa foto.” Questa è la descrizione del post.

Che cosa è il vaiolo?

Il vaiolo è una malattia infettiva molto contagiosa e letale, fortunatamente estinta da una trentina d’anni. E’ causato dal virus Variola major, appartenente alla famiglia dei Poxviridae, agenti virali accomunati dalle grosse dimensioni. Il vaiolo è responsabile di una formazione di vescicole , accompagnato da una profonda compromissione dello stato generale. Per anni ha portato tante vimitte, ancora di più del Covid-19.


Le assurde correlazioni dei complottisti. Da “Corona” a “666”:

Ultim’Ora. A Biden la prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech, vaccinazione in diretta


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”