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DAD. I ragazzi della 3A del Vittorio II si vestono eleganti per fare una sorpresa alla prof.

Videolezioni. Nella monotonia della DAD, di un mercoledì come gli altri, gli studenti della 3A del Vittorio Emanuele II, hanno creato una sorpresa curiosa per i loro professori. Con giacca e cravatta i ragazzi e le ragazze con magliette in merletto, hanno deciso di sfatare il mito che gli studenti, con le lezioni online, indossino copertine di linux e pigiami e mangino gocciole e crostatine a volontà. Abbiamo contattato con Google Meet 10 dei 25 ragazzi della classe.

L’idea

“Un professore ironicamente ci aveva deriso perché tendavamo a non vestire in maniera consona o come eravamo abituati a scuola”, così ci dice Lucrezia Di Grigoli. Questo è stato il Big Bang che ha fatto scattare l’idea.

Una dei 25 alunni della classe ha proposto lunedì nella chat whatsapp di presentarsi di colpo a lezione tutti eleganti. E il giorno stabilito è stato mercoledì con l’insegnante di inglese Roberta Pizzullo.

“Noi eravamo spaventati. Pensavamo ci mettesse una nota di classe, invece no. È stata lei a chiamare Repubblica per segnalare la nostra sorpresa e tutti i professori ci hanno fatto i complimenti”,

ci dicono Chiara Zambito e Claudio Sidoti. Così l’insegnante ha contattato Repubblica e la storia è entrata nel mondo del web. Rossella Mazzola non se lo aspettava “che il loro scherzo potesse interessare così tante persone”, Sara Di Benedetto infatti pensava che al massimo sarebbe diventato un video dai tratti cringe (imbarazzanti, per chi non è millenians come loro) su Tiktok o su Instagram con un paio di like. Lo scherzo è stato solo un modo per smorzare la tristezza del fare lezione a distanza.

La DAD

I ragazzi pensano che la DAD non sia tanto buona come modalità di apprendimento, però Andrea Casamento ci dice ridendo: “almeno stando a casa posso risparmiarmi di fare 2 ore di autobus”. Agnese Picone, ad esempio, questa nuova modalità non la trova per nulla comoda: “ci viene male apprendere così. Stare con i miei compagni mi manca” e Andrea, sempre il ragazzo dell’autobus, continua dicendo: “ Io senza parlare a lezione soffro”. Il rientro a settembre ai ragazzi non è sembrato comunque un vero e proprio ritorno alla normalità. “Eravamo tutti distanziati e messi in banchi singoli. Ogni giorno sembrava il giorno delle verifiche”, rivela Chiara Romano.

La pandemia vista dai teen

La 3A sembra davvero una classe affiatata. Loro stessi dicono che la pandemia li ha resi ancora più uniti. Su Instagram è possibile vedere un profilo interamente dedicato alla classe: 3a Vittorio Emanuele. In aula sono nati anche degli amori. Agnese ha dichiarato: “Io sono fidanzata con un mio compagno di classe e abitiamo nello stesso Comune. Ma non ci siamo mai visti perché il mio paese è zona rossa. Ne sto soffrendo con questa DAD. Tra l’altro io non vado a scuola da marzo perché sono risultata positiva a settembre”.

Questi sono dei ritratti di ragazzi curiosi, simpatici, solari. Spesso in tv sentiamo dire che la colpa è sempre dei giovani, anche se sono loro che stanno perdendo più di tutti. Stanno perdendo i primi baci, le prime cazzate, i primi sabati sera in cui la persona amata ti dà il due di picche, le prime birre, prese per sentirsi grandi, le prime vere delusioni, le uscite anticipate in giro per il centro, il tipo che vuole sempre occupare la scuola (e loro mi dicono pure la pizza del bar Katia). È stato bello vedere, come solo dei 15enni possono fare, il mondo senza invidie, rancori, rabbie e cattiverie. Dopo il liceo di solito si perde quella visione. Alla fine della chiamata si sono ripromessi che appena la seconda ondata finirà si rincontreranno tutti insieme per una pizza. E subito dopo per il vero ritorno a scuola. In fondo gli anni del liceo rimaranno sempre gli anni più belli.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”