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Ersu. Una guerra “tra poveri” studenti.

Il bicchiere può essere mezzo pieno, mezzo vuoto ma anche mezzo pieno e mezzo vuoto insieme. La realtà, insomma, può essere vista in tre modi diversi.

Di realtà parliamo e l’oggetto questa volta è, o meglio sono, le borse di studio per gli studenti universitari. In un mondo giusto già l’argomento del contendere non dovrebbe essere oggetto di contesa dal momento che attiene a quel preziosissimo e fondamentale diritto allo studio, così caro alla Costituzione Italiana. Quello che i padri costituzionali hanno voluto imprimere nel nostro testo fondante, perché sia strada maestra per lo sviluppo e il progresso della nostra Repubblica.

Ma la comunicazione, soprattutto nell’epoca dei nativi digitali è rapida, famelica. Quello che si rischia di generare, però, è lo stato di smarrimento degli “aventi diritto” che brancolano nel buio di slogan, frasi ad effetto e asserzioni spacciate per verità Vangeliche. I nostri protagonisti sono, purtroppo, giovani donne e uomini che vogliono crearsi un futuro e che con sacrifici loro, e dei genitori, hanno scelto di investire nella formazione. Per i più meritevoli e che non ne hanno la possibilità le istituzioni provvedono, o dovrebbero provvedere, a porre in essere tutti gli strumenti per una piena garanzia del DIRITTO ALLO STUDIO.

Ma cerchiamo di andare per ordine e razionalizzazione ciò che è avvenuto nelle ultime ore.

Ieri abbiamo ricevuto una prima comunicazione istituzionale (QUI) dal Presidente dell’ERSU Giuseppe Miceli in cui comunica “Per dare risposte immediate alle esigenze degli studenti in difficoltà, non abbiamo voluto aspettare la pubblicazione della Legge di Bilancio regionale in cui il governo regionale Musumeci mette in campo nuove risorse per gli ERSU siciliani (n.d.r.: 6 milioni di euro) – dichiara il presidente dell’ERSU Palermo, Giuseppe Di Miceli  –  e abbiamo voluto procedere, immediatamente, all’assegnazione di nuove 1.051 borse di studio agli studenti universitari, facendo scorrere le graduatorie, e decidendo di distribuire anche  a 4.425 studenti (che sarebbero rimasti idonei senza alcun aiuto) un assegno di 400 euro riassorbibile in caso di erogazione della borsa di studio.

Fin qui tutto bene, opera meritoria e che apprezziamo.

Poco dopo arriva, tra gli altri, un lunghissimo comunicato che, per dovere di cronaca vi abbiamo riportato integramente QUI, a tratti duro esternazioni tipo “si vanta delle briciole” o ancora “continua a gonfiarsi il petto per meriti fittizi”.

Leggendo queste contrapposizioni, sinceramente non c’è tanto da sperare bene. Sembra di assistere al solito, noioso, scontato e mai superato teatrino della politica. Quando maggioranza e opposizione a tutti i livelli si contrastano, o meglio devono trovare un motivo di contrasto. Così facendo parlano tra di loro, litigano tra di loro e finiscono per dimenticare l’oggetto del contendere che, ricordiamo essere, LO STUDENTE.

Si, perché lo studente rischia di capirne molto, molto poco; non sa se quello che i suoi rappresentanti istituzionali al Governo della Regione o i suoi colleghi studenti negli organi di rappresentanza studentesca stanno lavorando bene. Allo studente preme che sia consentita un’istruzione buona, servizi, e tutti i diritti che gli sono riconosciuti. Non importa il teatrino.

Adesso ci chiediamo a chi giova tutto ciò? Sanno, ad esempio, questi giovani studenti, aizzatori di folle, che una legge, legge non è se non viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale?

In quelle risorse di cui parla il rappresentate delle istituzioni, ci sono anche i soldi, per i disabili, gli ospedali, le strade, gli anziani, gli asili nido, le mamme, le attività produttive e i loro. Tutti sacrosanti diritti e tutti meritevoli di risorse. Perché non cercare la concertazione, capire, confrontarsi e risolvere le cose e non arrivare ad inasprire i toni? Younipa è stato e sarà sempre una piazza aperta a tutti. Ma al posto di gridare si potrebbe parlare, solo così possiamo, tutti, provare a capire.

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