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“Il green pass lede la libertà”, la lettera di studenti e docenti Unipa al rettore: ora sono in duemila

Lo avevano anticipato e lo hanno fatto. Arriva in pompa magna la lettera contro il green pass destinata al rettore dell’Università di Palermo. I mittenti sono i partecipanti del gruppo Telegram ‘Università di Palermo contro il green pass’. Al loro interno sono presenti studenti e docenti pronti a tutto pur di non far adottare il green pass negli atenei italiani.

Ecco il contenuto della lettera, con tanto di petizione da firmare. 

“AL RETTORE

AL DIRETTORE GENERALE

DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO

È ben noto che recente DL 111/2021 comporta serie problematiche di natura etica, legale e di tutela dei diritti civili.

In breve:

  • L’articolo 1, comma 6 del DL 111/2021 inserisce al DL 52/2021 l’articolo 9 ter, secondo cui:
    “Dal 1° settembre 2021 e finoal31dicembre2021, termine di  cessazione dello stato di emergenza, al fine ditutelarelasalute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, tutto il personale scolastico del  sistema  nazionale  di  istruzione  e  universitario, nonché gli studenti universitari, devono possedere e sono  tenuti  a esibire la certificazione verde COVID-19 di cui all’articolo 9, comma 2.
  • L’articolo 9, comma 2 del DL 52/2021 prevede:
    Le certificazioni verdi COVID-19 attestano una delle seguenti condizioni:
    a) avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo; 
    b) avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito ad infezione da SARS-CoV-2, disposta in ottemperanza ai criteri stabiliti con le circolari del Ministero della salute;
    c) effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS-CoV-2.”

La lettera degli studenti e docenti Unipa al rettore

Non è quindi previsto l’obbligo del vaccino.

Ciò peraltro è pienamente coerente con quanto previsto dal Regolamento Europeo 221/953 secondo cui:

È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate.”

La norma di cui al DL 111/2021 viola diritti costituzionalmente garantiti, nello specifico, l’articolo 34 della Costituzione, secondo cui: “…I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”


Leggi anche: Docenti Unipa nel canale Telegram degli studenti anti-Green Pass: “È come il fascismo, ma ce la faremo”


La lettera degli studenti e docenti Unipa al rettore

Inoltre, emerge una palese violazione dell’articolo 14 – divieto di discriminazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dell’articolo 2 – diritto all’istruzione del Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali.

Non si vuol in questa sede entrare nel merito della palese violazione di norme fondamentali a tutela dei diritti umani, ma garantire a tutti gli Studenti e a tutto il Personale, docente e TAB, l’accesso alle sedi universitarie.

Ciò al precipuo fine di assicurare piena funzionalità dei servizi e ampia possibilità di usufruirne, evitando al contempo di onerare Studenti e Personale che liberamente non sono obbligati al vaccino, di effettuare ripetutamente test antigenico rapido o molecolare a proprie spese.

In considerazione che l’alternativa alla vaccinazione è il tampone, si propone di far organizzare apposite stazioni per la esecuzione di test antigenico (rapido) gratuito agli Studenti, ai Docenti ed al Personale TAB che hanno legittimamente scelto di non vaccinarsi.

Di fatto, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, il test rapido è più sicuro del vaccino. È infatti noto che alcune varianti si manifestano anche nelle persone vaccinate.

L’attività può essere efficacemente gestita con il fondamentale ausilio della Scuola di Medicina e Chirurgia e del Policlinico. Dal recente bilancio dell’Ateneo emerge inoltre la disponibilità di risorse finanziarie. Parte delle quali certamente può esser investita per garantire lo svolgimento dei servizi dell’Ateneo in piena funzionalità e sicurezza.

In chiusura, ma non irrilevante, la precisazione che i firmatari non pongono questioni circa la propensione, o meno, ad aver somministrato il vaccino, argomento quest’ultimo che trascende le soluzioni operative che qui si propongono, e che i firmatari ritengono efficaci per lo svolgimento delle attività di Ateneo in condizioni di sicurezza, ed anche con soluzioni economiche”.


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