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Ius soli “sportivo”, perché se ne parla tanto dopo l’oro di Jacobs? Norma e polemiche

Dopo l’incredibile oro di Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo, arriva la proposta del presidente del Coni, Malagò: “Riconoscere ius soli sportivo”. Scontro con il leader della Lega, Salvini: “A 18 anni si può già chiedere la cittadinanza”.

L’impresa da sogno

Ieri è stato il giorno che ha fatto la storia dello sport italiano: l’impresa compiuta da Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs ha dell’eccezionale, segnando per sempre la storia sportiva del nostro Paese. L’uomo che corre più veloce al mondo, Jacobs, e quello che salta più in alto, Gimbo. Un successo tanto straordinario quanto memorabile che in queste ore ha sollevato anche uno scontro politico.

Malagò: “Non riconoscere lo ius sportivo è folle”

Ad accendere le polemiche sono state le parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che, intervenuto in conferenza stampa a Casa Italia, ha lanciato il tema dello ius sportivo: “Lo Ius soli è un tema politico e noi ci occupiamo di sport, ma non riconoscere lo ius sportivo è aberrante, folle“. Malagò non può che far riferimento alla splendida vittoria di Jacobs, 26 anni nato a El Paso, Texas, ma cresciuto con la madre a Brescia. E ancora, secondo il presidente: “Chi ha determinati requisiti, deve avere immediatamente la cittadinanza italiana e non iniziare una via crucis che spesso fa scappare chi si stanca di aspettare”, facendo riferimento allo Ius soli.


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Lo scontro con Salvini

La presa di posizione di Malagò è stata immediatamente franata da Matteo Salvini, che ha replicato così alla richiesta del presidente del Coni: “Non c’è nulla da cambiare. La legge va bene così com’è”. E congratulandosi ancora per le due medaglie d’oro azzurre, il leader della Lega aggiunge: “Spero che ne vinciamo sempre di più ma lo ius soli non c’entra un fico secco

Ius soli sportivo: cosa prevede?

I minori stranieri che risiedono regolarmente in Italia, possono essere tesserati presso le federazioni sportive italiane in virtù dello ius soli sportivo. La norma in vigore, contenuta nella legge n.12 del 2016, prevede tal principio dal compimento del decimo anno di età, applicando le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani. Tuttavia, non dà la possibilità agli stranieri di essere inseriti nelle selezioni nazionali, per le quali è necessario avere la cittadinanza italiana, attendendo il compimento della maggiore età. Solo allora, in base alle leggi sulla cittadinanza in vigore in Italia, possono avviare la pratica per ottenere la cittadinanza.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.