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SICILIA, L’IPOCRISIA DI UNA REGIONE CHE SPROFONDA

“Fare presto e fare bene. È questo che si chiede al Sistema di Protezione civile e che vogliamo assicurare.”

La nostra amata Sicilia riserva tante legittime aspettative sui settori maggiormente strategici della Regione. Alcune di queste sono fondamentali per la vita dei siciliani, come quella sul ruolo di salvaguardia della incolumità dei cittadini e sulla messa al riparo da eventuali minacce generate dalle sempre più frequenti catastrofi naturali correlabili anche all’incuria umana.

Perché parliamo di questo? Perché nell’ultima finanziaria regionale, il fondo per il rischio idrogeologico approvato dall’ARS, quindi legge regionale, è stato azzerato per volontà del governo regionale e con il silenzio complice del dirigente regionale Salvo Cocina.

Eppure, in pompa magna, era stato lo stesso governatore Musumeci ad annunciare trionfalmente il via libera alle risorse del Fondo di prevenzione del rischio idrogeologico e idraulico, istituito con legge regionale lo scorso nel maggio 2018. Così dichiarava Musumeci: Si tratta di strumenti indispensabili per una piena governance della difesa del suolo e della gestione delle risorse idriche. I fenomeni di dissesto devono essere anzitutto arginati attraverso la prevenzione ed avere una mappatura costantemente aggiornata delle zone maggiormente a rischio potrà evitare le conseguenze disastrose del passato. I finanziamenti che mettiamo a disposizione dei Comuni servono proprio a questo scopo.

E adesso? Il fondo triennale è stato azzerato e nessuna speranza rimane per i comuni che avevano presentato istanza e sono in graduatoria ma non riceveranno mai le somme promesse.

Che la politica sia spesso ipocrita, purtroppo, è cosa nota. Il rituale è sempre uguale e reiterato: accade un evento catastrofico, parte la conta dei danni, davanti ai microfoni si rincorrono sempre le solite parole: PREVENZIONE E PREVISIONE, si parla sempre di mancanza in Sicilia di dipendenti qualificati, di fondi non spesi e la politica cosa fa? Toglie i pochi soldi stanziati, stabilizza precari storici con formule molto discutibili e non assume personale qualificato o lo assume per pochi spiccioli ed a tempo determinato. Una palese manifestazione dell’assurda gestione della pubblica amministrazione siciliana, viene declinata nell’assunzione di 17 professionisti qualificati che sono impegnati nella gestione degli interventi per la lotta al dissesto idrogeologico e nell’attuazione degli investimenti correlati (in parte finanziabili all’interno del PNRR). Ancora una volta ci chiediamo se per tali figure, altamente specializzate, assunte da precari (contratto semestrale) all’interno del dipartimento di protezione civile, ci sia un piano che ne permetta la stabilizzazione considerata la voragine professionale presente all’interno dell’amministrazione pubblica regionale.

Ma su questo torneremo a breve!

Oggi ricordiamoci di chi ha tolto i fondi della previsione e della prevenzione e di chi non si è preoccupato di segnalare questo inaccettabile paradosso.

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