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“Vietato vestirsi ed atteggiarsi come una prostituta”, il regolamento che fa indignare

Dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei. È bufera sulla sindaca leghista Elisa Balconi di Cassina de’ Pecchi, piccolo comune in provincia di Milano. Ad indignare è il nuovo regolamento della Polizia municipale contro la prostituzione.

Il caso

A sollevare la questione è stato il quotidiano Il Giorno. Premessa: ricordiamo che in Italia la prostituzione non è illegale. Ad essere illegali sono altre attività legate alla prostituzione, come lo sfruttamento, il favoreggiamento o l’induzione alla stessa. Detto ciò, veniamo al fatto: il comune di Cassina de’ Pecchi vorrebbe introdurre un nuovo regolamento della polizia municipale anti-prostituzione con delle precisazioni piuttosto “singolari”.

Il regolamento della discordia

Il testo del contestato regolamento, che è ancora in fase di approvazione, all’articolo 23 «comportamenti contrari all’igiene, al decoro e al quieto vivere», recita testualmente: “In luogo pubblico è vietato contrarre ovvero concordare prestazioni sessuali oppure intrattenersi con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che, per atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali manifestino comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali“. Ma quale potrebbe essere il parametro utilizzato per decidere quando “abbigliamento” o “comportamenti” manifestano l’esatta intenzione di vendere prestazioni sessuali? Su questo il regolamento non proferisce parola, rimettendo il tutto alla “sensibilità” degli agenti in servizio.


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Le precisazioni della sindaca

In un comunicato ufficiale, postato sulla pagina Facebook del Comune lombardo, la sindaca Balconi, al centro della bufera mediatica, interviene sul testo del regolamento. «Ogni donna come ogni uomo può circolare vestita/o come desidera sul nostro territorio: ciò che la legge vieta è il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. A chi non sta bene, ovvero chi vuole sfruttare la prostituzione o favorirla in qualche modo, lo farà fuori da Cassina de’ Pecchi. Almeno finché io sarò sindaco». Questa la delucidazione fornita dalla prima cittadina di Cassina de’ Pecchi.

Le polemiche

La precisazione della Balconi, tuttavia, non ha placato le polemiche. “Ventunesimo secolo e non sentirlo. Che grazie che ci concedono“, “Lo sprezzo del ridicolo a livelli inarrivabili..“, “Grazie Comune di Cassina che ci consente di vestirci come vogliamo“, sono solo alcuni dei tanti commenti e tweet che hanno già invaso il web. Ad esprimersi, anche gli esponenti della politica. «Questa è una cosa assurda, chi stabilisce se è consono o no?», ha commentato Andrea Maggio di Uniti per Cassina. «Sarà davvero complicato capire con quali parametri si dovrà riconoscere atteggiamento o abbigliamento che indichino l’offerta di prestazioni sessuali. Faremo una lista? Disegni di posture lecite?» dichiara il consigliere di minoranza, Sandro Medei. Mentre il Partito Democratico ha definito il regolamento «Un attacco alla dignità della donna».

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.